Alea sedette su una grande roccia li vicino, accavallò le gambe e prese in una mano la sua lunga coda, giocherellandoci delicatamente.
"Le Gemme di Risonanza non sono dei semplici strumenti, e non servono a misurare la vostra forza."
Iniziò a spiegare.
"Queste pietre sono una materializzazione della vostra anima, ed è proprio il motivo per cui sono estremamente importanti, fanno parte di voi stessi, e se la vostra gemma dovesse andare distrutta... beh, non sareste tanto diversi dai golem che avete incontrato fin ora, dei gusci senza anima, freddi e meccanici."
I tre avventurieri rimasero a bocca aperta.
"D-davvero diventerò come un g-g-golem?" chiese terrorizzato il Babama.
"Quello è il destino di chi vede la propria gemma distrutta. Ma non preoccuparti troppo di questo, non è facile romperne una. E comunque con il vostro livello di abilità, è più probabile che facciate una fine peggiore prima che qualcuno o qualcosa possa rompere la vostra gemma." Rispose la Bekku scrollando le spalle.
Il mago nero borbottò, visibilmente adirato per quelle parole.
"Allora spiegaci, perché le nostre gemme hanno più colori delle altre? Se non indicano la nostra forza, perché sono differenti?"
"Oh, ma è semplice. I colori delle gemme indicano quante diverse tecniche siete in grado di adoperare. Come ho detto poco fa, queste pietre sono la vostra anima cristallizzata, quindi rispecchiano in tutto e per tutto voi stessi. Probabilmente non lo sapete, ma anche alcuni tra i più famosi artigiani del mondo hanno queste gemme, e sebbene non siano combattenti, anche le loro hanno diversi colori. Diciamo che i colori indicano quanti mestieri siete in grado di svolgere."
Gli avventurieri si guardarono tra di loro pensosi, si resero conto di non sapere davvero nulla sulle gemme e a quanto sembrava, nemmeno delle loro capacità.
"Ora che ci penso..." Disse il guerriero. "...prima di dedicarmi all'ascia come strumento di lotta, ero un ottimo taglialegna. Ho iniziato a combattere perché la segheria in cui lavoravo veniva spesso invasa dai koboldi. E presi qualche lezione di combattimento da un picchiere in città."
"Bene." Rispose Alea. "Prova ad immaginare l'abbigliamento e l'ascia che utilizzavi quando eri un taglialegna, ed incanala il tuo pensiero nella gemma."
Il Guerriero chiuse gli occhi ed iniziò a concentrarsi, pensando intensamente agli abiti semplici di canapa e juta che utilizzava per lavorare, e a quella pesante e rozza accetta dalla lama particolare, ricurva in modo da abbracciare il tronco quando veniva colpito.
La sua gemma emise una fioca luce e gradualmente il suo equipaggiamento da combattente svanì, lasciando posto a quello appena immaginato.
"E-ecco come hai fatto a c-cambiare il tuo equipaggiamento!" Affermò sbalordito il piccolo mago.
Alea sorrise soddisfatta.
"Ora sapete come si utilizzano le gemme. Bravi, è un grande passo avanti. Questo vi permetterà di cambiare la vostra strategia quando affrontate dei mostri o qualsiasi altro tipo di combattimento."
Gli avventurieri ringraziarono la Bekku per tutte le informazioni fornite, prima di raccattare i propri averi ed iniziare a dirigersi verso l'uscita.
"Un'ultima cosa: allenatevi prima di tentare nuovamente un'avventura come questa. Maggiore sarà la vostra esperienza, maggiori saranno le vostre possibilità di sopravvivenza. E chi lo sa, magari un giorno sarete anche in grado di combinare i vostri stili!"
I tre salutarono mentre continuavano a camminare, scomparendo ben presto alla vista. Alea rimase li ferma per qualche minuto, con le braccia incrociate, a pensare su come proseguire.
Non aveva più alcuna traccia da seguire, decise quindi di esplorare ancora un po' l'immensa Thi'Saiuaela, nella speranza di trovare qualche indizio che le indicasse la prossima mossa.
Prendendo tra le mani la sua gemma di risonanza, Alea cambiò il suo equipaggiamento con i più comodi abiti da viaggio che aveva indosso prima di accedere alle rovine. Ritornando sui suoi passi, si diresse verso una delle quattro fontane per leggere nuovamente la placca metallica. Tuttavia non scoprì nulla di nuovo, le placche indicavano solo i nomi dei reggenti ed in breve la loro storia. Fu colpita però dalle date.
"112-235 della prima era... longevi questi Ilbechin, 123 anni di regno non sono po..." Alea si interruppe bruscamente assorta dai pensieri. Impossibile per qualunque essere umano vivere così a lungo, inoltre la data indicava la durata del regno e non della vita del reggente. Corse così verso la seconda fontana per leggere la targa.
"235-393 della prima era... no, non è possibile. Ilbechin o meno, non possono aver esteso la propria vita..." Corse dunque alla terza fontana.
"393 della prima era - 213 della seconda... che sia questo il motivo per cui sono scomparsi? Hanno scoperto il segreto della vita eterna e gli Dei li hanno puniti?" Alea non era mai stata religiosa, ma è un dato di fatto che le divinità siano reali, nel corso dei millenni più volte si sono mostrate ed hanno preso parte agli eventi che hanno dettato il cambio delle ere.
"Ne è rimasta solo una!" Pensò tra se e se raggiungendo l'ultima fontana.
"213 della seconda era - 178 della terza, e poi, pochi anni dopo, la fine dell'impero..."
Alea iniziò a sudare fredda, l'antico impero aveva realmente scoperto la vita eterna, o quantomeno il segreto della longevità.
"N-no... non è possibile. Se ciò fosse vero, questo significherebbe che io... io..."
Erano ormai passati 12 anni da quando Alea fu ritrovata tra i resti di un naufragio, non ricordava nulla del viaggio, né della nave su cui si trovava, né di tutto ciò che era accaduto prima, ciò che le rimaneva di se stessa era il suo nome. E in tutti quegli anni era rimasta perfettamente uguale, come se il tempo non l'avesse mai nemmeno sfiorata, mentre aveva visto molta altra gente invecchiare, gente che aveva imparato a conoscere, amici e anche nemici.
Le sue gambe cedettero e rimase in ginocchio per diversi minuti, con lo sguardo perso nel vuoto, ancora nel tentativo di realizzare ciò che credeva di avere appena scoperto.
Finché un lampo di luce colpì la sua attenzione.
"Le Gemme di Risonanza non sono dei semplici strumenti, e non servono a misurare la vostra forza."
Iniziò a spiegare.
"Queste pietre sono una materializzazione della vostra anima, ed è proprio il motivo per cui sono estremamente importanti, fanno parte di voi stessi, e se la vostra gemma dovesse andare distrutta... beh, non sareste tanto diversi dai golem che avete incontrato fin ora, dei gusci senza anima, freddi e meccanici."
I tre avventurieri rimasero a bocca aperta.
"D-davvero diventerò come un g-g-golem?" chiese terrorizzato il Babama.
"Quello è il destino di chi vede la propria gemma distrutta. Ma non preoccuparti troppo di questo, non è facile romperne una. E comunque con il vostro livello di abilità, è più probabile che facciate una fine peggiore prima che qualcuno o qualcosa possa rompere la vostra gemma." Rispose la Bekku scrollando le spalle.
Il mago nero borbottò, visibilmente adirato per quelle parole.
"Allora spiegaci, perché le nostre gemme hanno più colori delle altre? Se non indicano la nostra forza, perché sono differenti?"
"Oh, ma è semplice. I colori delle gemme indicano quante diverse tecniche siete in grado di adoperare. Come ho detto poco fa, queste pietre sono la vostra anima cristallizzata, quindi rispecchiano in tutto e per tutto voi stessi. Probabilmente non lo sapete, ma anche alcuni tra i più famosi artigiani del mondo hanno queste gemme, e sebbene non siano combattenti, anche le loro hanno diversi colori. Diciamo che i colori indicano quanti mestieri siete in grado di svolgere."
Gli avventurieri si guardarono tra di loro pensosi, si resero conto di non sapere davvero nulla sulle gemme e a quanto sembrava, nemmeno delle loro capacità.
"Ora che ci penso..." Disse il guerriero. "...prima di dedicarmi all'ascia come strumento di lotta, ero un ottimo taglialegna. Ho iniziato a combattere perché la segheria in cui lavoravo veniva spesso invasa dai koboldi. E presi qualche lezione di combattimento da un picchiere in città."
"Bene." Rispose Alea. "Prova ad immaginare l'abbigliamento e l'ascia che utilizzavi quando eri un taglialegna, ed incanala il tuo pensiero nella gemma."
Il Guerriero chiuse gli occhi ed iniziò a concentrarsi, pensando intensamente agli abiti semplici di canapa e juta che utilizzava per lavorare, e a quella pesante e rozza accetta dalla lama particolare, ricurva in modo da abbracciare il tronco quando veniva colpito.
La sua gemma emise una fioca luce e gradualmente il suo equipaggiamento da combattente svanì, lasciando posto a quello appena immaginato.
"E-ecco come hai fatto a c-cambiare il tuo equipaggiamento!" Affermò sbalordito il piccolo mago.
Alea sorrise soddisfatta.
"Ora sapete come si utilizzano le gemme. Bravi, è un grande passo avanti. Questo vi permetterà di cambiare la vostra strategia quando affrontate dei mostri o qualsiasi altro tipo di combattimento."
Gli avventurieri ringraziarono la Bekku per tutte le informazioni fornite, prima di raccattare i propri averi ed iniziare a dirigersi verso l'uscita.
"Un'ultima cosa: allenatevi prima di tentare nuovamente un'avventura come questa. Maggiore sarà la vostra esperienza, maggiori saranno le vostre possibilità di sopravvivenza. E chi lo sa, magari un giorno sarete anche in grado di combinare i vostri stili!"
I tre salutarono mentre continuavano a camminare, scomparendo ben presto alla vista. Alea rimase li ferma per qualche minuto, con le braccia incrociate, a pensare su come proseguire.
Non aveva più alcuna traccia da seguire, decise quindi di esplorare ancora un po' l'immensa Thi'Saiuaela, nella speranza di trovare qualche indizio che le indicasse la prossima mossa.
Prendendo tra le mani la sua gemma di risonanza, Alea cambiò il suo equipaggiamento con i più comodi abiti da viaggio che aveva indosso prima di accedere alle rovine. Ritornando sui suoi passi, si diresse verso una delle quattro fontane per leggere nuovamente la placca metallica. Tuttavia non scoprì nulla di nuovo, le placche indicavano solo i nomi dei reggenti ed in breve la loro storia. Fu colpita però dalle date.
"112-235 della prima era... longevi questi Ilbechin, 123 anni di regno non sono po..." Alea si interruppe bruscamente assorta dai pensieri. Impossibile per qualunque essere umano vivere così a lungo, inoltre la data indicava la durata del regno e non della vita del reggente. Corse così verso la seconda fontana per leggere la targa.
"235-393 della prima era... no, non è possibile. Ilbechin o meno, non possono aver esteso la propria vita..." Corse dunque alla terza fontana.
"393 della prima era - 213 della seconda... che sia questo il motivo per cui sono scomparsi? Hanno scoperto il segreto della vita eterna e gli Dei li hanno puniti?" Alea non era mai stata religiosa, ma è un dato di fatto che le divinità siano reali, nel corso dei millenni più volte si sono mostrate ed hanno preso parte agli eventi che hanno dettato il cambio delle ere.
"Ne è rimasta solo una!" Pensò tra se e se raggiungendo l'ultima fontana.
"213 della seconda era - 178 della terza, e poi, pochi anni dopo, la fine dell'impero..."
Alea iniziò a sudare fredda, l'antico impero aveva realmente scoperto la vita eterna, o quantomeno il segreto della longevità.
"N-no... non è possibile. Se ciò fosse vero, questo significherebbe che io... io..."
Erano ormai passati 12 anni da quando Alea fu ritrovata tra i resti di un naufragio, non ricordava nulla del viaggio, né della nave su cui si trovava, né di tutto ciò che era accaduto prima, ciò che le rimaneva di se stessa era il suo nome. E in tutti quegli anni era rimasta perfettamente uguale, come se il tempo non l'avesse mai nemmeno sfiorata, mentre aveva visto molta altra gente invecchiare, gente che aveva imparato a conoscere, amici e anche nemici.
Le sue gambe cedettero e rimase in ginocchio per diversi minuti, con lo sguardo perso nel vuoto, ancora nel tentativo di realizzare ciò che credeva di avere appena scoperto.
Finché un lampo di luce colpì la sua attenzione.
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