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sabato 24 gennaio 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXVI

L'oscurità avvolgeva ogni cosa.
Il silenzio era talmente profondo da risultare opprimente.
Alea sentiva la propria testa scoppiare, un dolore acuto, estremamente forte, un dolore che non aveva mai provato prima.
Rannicchiata su se stessa, con le mani copriva le orecchie. Un fischio continuo e lancinante le torturava i timpani.
Improvvisamente il rumore di passi in lontananza ruppe quello strano silenzio.
Alzò lo sguardo ma non vide nessuno, solo un piccolo punto luminoso in lontananza. A fatica si rialzò ed iniziò a camminare verso la piccola luce.
Ad ogni passo, immagini di un passato lontano apparivano nella sua mente, troppo veloci per capire luoghi ed avvenimenti, ma ognuna era così familiare e vicina.
La luce si fece sempre più forte, così come il rumore dei passi, ed un'ombra apparve, indistinguibile all'inizio, ma via via più nitida.
Dopo gli ultimi passi, la luce scomparve, lasciando il posto a quella stanza di laboratorio già visto in passato.
Era diversa però, fredda, più buia. Alcune capsule erano rotte, altre spente e gli esseri al loro interno ormai defunti. Solo una rimaneva ancora attiva.
I passi si fecero ancora più vicini e l'istinto di Alea la portò a nascondersi dietro uno di quei macchinari.
"No, no, no! Non è ancora pronta! Come ve lo devo dire? Non riuscirà a sopportare un tale stress!". La voce femminile suonava familiare.
"Non abbiamo scelta, lo sai. Ci serve lei e ci serve adesso!". Rispose l'uomo.
Dalla sua posizione la Bekku non riusciva a vedere le due figure, eppure era sicura di aver già sentito la voce di quella donna.
"Così morirà!" Protestò fortemente.
"Non capisci? Se non lo facciamo ora moriremo tutti!" Gridò l'uomo.
Improvvisamente il suolo tremò, seguito dal boato di un'esplosione.
"Non c'è più tempo!" Disse, tornando a trafficare sulla capsula.
Alea si spostò in modo da poter vedere. Una lunga coda bianca fuoriusciva dal largo camice di uno dei due studiosi, impossibile però capire che aspetto avesse visto che entrambi le rivolgevano la schiena.
Un forte sbuffo d'aria e del vapore fuoriuscivano dalla capsula appena aperta. Lentamente ne uscì una figura apparentemente umana, la luce alle sue spalle permetteva di vederne solo la sagoma.
Una seconda esplosione, molto più violenta della prima, fece tremare nuovamente la terra. Alea perse l'equilibrio e cadde, tuttavia gli studiosi non parvero notarla minimamente.
"Presto! Dobbiamo andarcene prima che crolli tutto!" Disse l'uomo afferrando la donna per un braccio e trascinandola con se.
"E lei? Non vorrai lasciarla qui così!"
"Ormai è attiva, se la caverà da sola!"
"Non la lascerò qui!" La donna strattonò via il braccio, liberandosi dalla presa dell'uomo.
Una nuova esplozione fece crollare parte del soffitto, dividendo i due.
"Len! Stai bene?" Chiese l'uomo.
"S-sì, sto bene, non preoccuparti per me, uscirò da qui."
"Fa attenzione! Ci vediamo fuori!"
Passò qualche secondo poi la donna si rialzò da terra.
"Non la lascerò qui, non da sola." Disse e si diresse verso un altro di quesgli strani macchinari. Dopo qualche minuto entrò all'interno della capsula.
"Aspetta solo qualche minuto" disse rivolgendosi alla sagoma nella capsula di fianco.
"Tra poco sarò con te." La stessa luce verde che avvolgeva la figura coprì anche la studiosa, le due sagome erano identiche, ma lentamente quella della studiosa svanì, e al posto suo rimase solo un piccolo punto risplendente dei colori dell'arcobaleno e fluttuando lentamente raggiunse la donna.
Una nuova scossa fece crollare completamente il soffitto, seppellendo tutti i presenti sotto le macerie.

sabato 17 gennaio 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXV

"Al! Stai bene? Rispondimi!" Gridò Alea nella voragine, ma non ricevette alcuna risposta.
"Dannazione!"
Con la scarsa illuminazione nella costruzione non era possibile capire quanto fosse profondo il buco, alla Bekku non rimaneva altra opzione se non quella di buttarsi e sperare nel meglio.
Utilizzando la gemma per materializzare degli artigli da combattimento, Alea si lanciò nel vuoto, sfruttando le armi per scivolare lungo la parete della voragine.
La discesa fu lunga e più volte costrinse la Bekku a saltare di parete in parete.
Giunta sul fondo si guardò intorno, cercando la piccola che però non era in vista. Il tunnel tuttavia sembrava proseguire ed in lontananza era possibile scorgere una fioca luce azzurra.
Alea camminò lungo il corridoio facendo molta attenzione, il suono delle onde marine proveniva dall'uscita e mano a mano si faceva sempre più forte.
Dopo pochi minuti la Bekku raggiunse il capo opposto del corridoio, lo spettacolo che le si parò davanti era unico.
Un'enorme caverna cristallina si estendeva a perdita d'occhio, illuminata dal sole che filtrava attraverso la superficie del mare e che si rifletteva tra i numerosi prismi che adornavano le pareti.
Il suono delle onde proveniva direttamente dall'oceano e da quel soffitto di cristallo che lo sorreggeva.
Al era più avanti, vicina ad un piedistallo posto su una alta colonna nel mezzo della caverna. Raggiungerlo però sembrava impossibile, circondato dall'acqua salmastra e senza alcun lembo di terra che gli si avvicinasse.
"Cosa fai laggiù Al? Torniamo alle rovine, dobbiamo ancora trovare le informazioni che stiamo cercando!"
"Aspetta, ho trovato il frammento dell'arma ma non riesco a prenderlo, c'è una barriera."
Alea camminò in direzione del piedistallo per cercare di vedere meglio, fermandosi dove la strada terminava.
La terra iniziò improvvisamente a tremare, piano piano sempre più forte, ed una scalinata risalì da sotto l'acqua fino a raggiungere il piedistallo.
"E io che credevo di averle viste tutte..." Commentò la Bekku sbalordita, iniziando tuttavia a salire le scale.
Giunta in cima potè finalmente osservare la gemma da vicino.
Il piedistallo su cui fluttuava era circondato da una barriera completamente trasparente, che si mostrava solo quando toccata.
"Guarda!" Disse Al indicando il bordo del piedistallo.
I caratteri della lingua Ilbechin erano apparsi sul fregio del sostegno.
"Unisci ciò che i prismi dividono, solo così dissolverai la luce." Lesse Al ad alta voce.
"Criptico come al solito." Rispose Alea stringendosi nelle spalle ed iniziandosi a guardare intorno.
"Cosa stai cercando?" Chiese incuriosita la piccola.
"Qualcosa che risalti all'occhio, siamo in una caverna piena di cristalli, prismi di certo non ne mancano."
Entrambe si incamminarono più a fondo nella caverna, osservando ogni parete e cristallo nella speranza di comprendere qualcosa in più sull'indovinello.
Dopo averne fatto il giro completo, entrambe tornarono al piedistallo.
"Ah, non ce la faccio più, è tutto il giorno che cammino. Ed ho anche fame, che ore saranno?"
"Dall'altezza del sole direi mezzo giorno." Rispose Al indicando il soffitto trasparente.
Alea osservò in alto ammirando i giochi di luce creati dall'acqua.
"Aspetta! Ho capito!" Disse saltando in piedi e continuando a seguire i fasci luminosi con gli occhi.
"Da questa parte!" Camminò verso la parete fino a raggiungere un cristallo particolarmente grande.
"Proprio come sospettavo, osserva." Disse indicando il terreno.
Attraversando il cristallo, la luce del sole creava a terra un gioco di colori.
"Uhm... hai scoperto adesso che la luce viene divisa quando attraversa un prisma?"
"No, ma non era questo che volevo farti notare" Rispose Alea applicando forza sul cristallo.
"Questo pezzo di vetro ruota su se stesso a differenza degli altri." Continuò a ruotarlo facendogli cambiare posizione fin quando un fascio di luce verde non arrivò a colpire la barriera.
"Devono essercene degli altri così, forza, andiamo a cercarli."
Le due Bekku si divisero andando in direzioni opposte, in pochi minuti trovarono altri due cristalli e fasci di luce blu e rossi colpirono la barriera che si dissolse.
Entrambe tornarono al frammento che da solo si animò, andandosi a fondere con la gemma di risonanza.
"Bene, anche questa è fatta, ora dobbiamo solo..." Alea si interruppe bruscamente, fermata da un dolore lancinante al petto, proprio dove la gemma poggiava. Tentò invano di allontanare la pietra dal corpo ma le sue braccia erano intorpidite e non riusciva a muoverle. Al le corse vicino dicendo qualcosa ma la Bekku non riusciva a sentirla, poi, sopraffatta dal dolore si accasciò al suolo perdendo i sensi.

domenica 11 gennaio 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXIV

"Jörmungandr... una bestia divina..." Pensò Alea ad alta voce, sdraiata sul letto della stanza degli ospiti, rimirando il soffitto.
"Chi mai potrebbe averlo risvegliato?" Chiese Al.
"Non ne ho idea, ma di certo non posso fermare da sola un essere così potente, non basterebbe un esercito intero."
Per diversi minuti Alea rimase pensierosa, cercando di trovare un modo per poter sconfiggere la bestia, ma senza alcun risultato.
"Beh, non ha senso scervellarcisi ora, comunque non si tratta di una cosa risolvibile alla svelta. Meglio dormirci su." Disse chiudendo gli occhi.
Il mattino seguente arrivò velocemente ed alle prime luci dell'alba la Bekku era già in piedi. Affacciata alla finestra scrutava il cielo, nuvole minacciose dall'orizzonte si avvicinavano lentamente.
Alea richiuse la finestra, cambiò abito e si diresse verso la porta.
"Dove stai andando?" Chiese Al.
"Siamo venute fin qui per un motivo no? Si va alle rovine di Ger'y Mor!"
"E per Jörmungandr? Cosa facciamo?"
"Secondo alcune leggende la città fu attaccata da quel mostro, magari possiamo trovare qualche informazione utile."
Senza perdere altro tempo, le due Bekku si incamminarono verso le porte della città. Mercanti e pescatori continuavano le loro vite quotidiane, del tutto ignari del pericolo che incombeva sulla loro tranquillità. Il risveglio della Bestia non era stato reso pubblico per evitare il diffondersi del panico.
In pochi minuti Alea raggiunse i verdi prati che si estendevano a perdita d'occhio, il vento che agitava dolcemente i fili d'erba trasportava con se l'aria salmastra ed il suo odore corroborante.
Stiracchiandosi, la Bekku si rivolse ad Al.
"Bene, la nostra destinazione non è molto lontana, ci basterà seguire la costa verso sud, in mezz'ora al massimo saremo alle rovine."
La piccola annuì e tornò all'interno della gemma.
Le rovine furono raggiunte in fretta e proprio come per Thi'Saiuaela, alcune guardie stazionavano al loro ingresso.
Alea raggiunse in fretta il posto di blocco e come da prassi mostrò la propria gemma per poter entrare. La lunga scalinata che scendeva nel sottosuolo era ancora in buono stato nonostante il passaggio dei secoli, e i cristalli sulle mura risplendevano ancora carichi di energia.
Giunta in fondo alla scalinata, Alea non poté fare a meno di notare la piazza centrale, con il suo cristallo che risplendeva illuminando a giorno tutto il sottosuolo. Sebbene fosse di dimensioni minori rispetto a quello visto a Thi'Saiuela, questo sembrava irradiare una luce calda e benevola.
"Mi aspettavo di trovare una città distrutta, questa sembra invece ancora abitabile." Disse tra se e se.
"Sento la gemma, è qui da qualche parte, ma l'energia del cristallo fa da schermo. Non riesco a capire esattamente dove si trova." Disse Al.
"Non ci resta altro che cercare in giro allora."
Il silenzio profondo rendeva il posto surreale, specialmente visto il buono stato degli edifici. Le botteghe erano completamente vuote, tutte le casse erano state scoperchiate ormai da tempo e nulla di utile sembrava essere rimasto in vista, le case ed i palazzi abbandonati erano come scheletri nel deserto, completamente spogli e privati di ogni cosa.
"Ci stiamo avvicinando." Disse improvvisamente Al, uscendo dalla gemma e camminando in direzione di una piccola palazzina che sembrava non aver preso bene il passare degli anni.
"Fa attenzione, mi sembra pericolante"
L'interno del palazzo era spoglio, come tutti gli altri, sebbene rimanevano in piedi ancora alcuni scaffali sui quali erano riposti dei libri consunti ed ormai illegibili.
"Chissà se tra questi libri ce ne fosse qualcuno con informazioni su Jörmungandr." Chiese Alea.
"Dubito lo scopriremo mai." Rispose Al fermandosi improvvisamente.
"Aspetta, fa silenzio." Disse, e protese le orecchie in avanti.
Uno strano suono metallico proveniva dalla parete opposta della stanza, Al fece qualche passo in quella direzione per senitre meglio, fino a raggiungere il muro.
"Ho già sentito questo rumore..." Non fece tuttavia in tempo a finire la frase.
Una voragine si aprì nel pavimento, facendo cadere la piccola Bekku nel buio più profondo.