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venerdì 30 maggio 2014

Cronache di Leggende Perdute - VII

La base a sostegno del cristallo era molto simile a quella delle fontane. Un cerchio perfetto in cermet, con altorilievi raffiguarnti persone che rendevano omaggio ai reggenti e al cristallo stesso.
La luce lampeggiante che catturò l'attenzione di Alea proveniva da quello che sembrava essere un piedistallo, identico a quelli che reggevano le placche metalliche vicino alle fontane. Tuttavia su di questo non era presente alcuna placca, ma una lastra trasparente.
La curiosità era forte, quella luce quasi ipnotica, e la Bekku si avvicinò per vedere meglio.
Le antiche lettere dell'alfabeto Ilbechin comparivano e scomparivano su quello strano aggeggio.
"La via per la verità passa attraverso se stessi"
Senza farci troppo caso, Alea appoggiò la sua mano su quella fredda lastra.
Le lettere precedentemente mostrate scomparvero, e dei disegni animati apparvero al loro posto, libri che si aprivano e le lettere al loro interno che scorrevano verso la mano poggiata sul vetro.
"Senza dubbio gli Ilbechin non erano privi di fantasia."
Mentre le lettere raggiungevano la mano, Alea avvertì un cambiamento. Sentiva un formicolio alla mano, ma non riuscì a rimuoverla dal vetro, come se il braccio fosse paralizzato. Una luce rossa iniziò a lampeggiare dalla lastra, per poi scomparire assieme alla luce emanata dal cristllo.
Lo spazio intorno a lei iniziò a distorcersi, come se tutto stesse venendo risucchiato.
Non capendo cosa stesse accadendo, Alea si girò istintivamente per guardarsi intorno, ma non c'era nulla da vedere.
La città era scomparsa. L'enorme cristallo non era più di fronte a lei. Solo un vuoto infinito la circondava, senza pavimento, senza soffitto. Vuoto in ogni direzione.
Nessun suono poteva essere udito, e nemmeno la sua voce si propagava in quello spazio.
Il terrore la assalì improvvisamente, un brivido freddo le percorse l'intera schiena fino alla punta della sua lunga coda, facendo rizzare il morbido pelo candido.
La sua gemma di risonanza iniziò a brillare e fluttuare, staccandosi dalla catenina alla quale era legata e allontanandosi da lei.
I suoi abiti svanirono, ed Alea rimase sospesa in quello spazio, nuda.
Il suo corpo era diventato rigido e pesante, non eseguiva i suoi ordini, rendendola incapace di raggiungere la sua gemma, che rimaneva immobile di fronte a lei, così vicina ma irraggungibile.
I caratteri delle piccole placche metalliche sulla coda e sui fianchi si illuminarono di azzurro, come la luce dei cristalli, mandando scosse per tutto il suo corpo.
I sensi si affinarono, le sue pupille si dilatarono fino ad occupare tutto lo spazio dell'iride, permettendole di vedere in quello spazio infinito. Riusciva a sentire l'odore della sua pelle e percepire da esso la sua paura, le sue orecchie si agitavano incontrollabilmente, captando il profondo silenzio ormai più insostenibile di qualsiasi rumore. Sentiva pesante sulla pelle la fredda aria che la circondava.
La sua mente fu invasa da immagini, luoghi lontani, paesaggi suggestivi, battaglie dimenticate, grandi guerre e lunghi periodi di pace.
Tra le immagini vi era quello che sembrava essere un laboratorio. Fiale contenenti liquidi fluorescenti poggiate su tavoli metallici. Capsule in vetro e cermet fiocamente illuminate, contenenti gli stessi liquidi ma anche quelle che sembravano essere persone al loro interno.
Uomini e donne con camici bianchi e maschere per nascondere la propria identità, osservavano fogli e discutevano. Impossibile capire però cosa dicessero.
L'unica cosa che accomunava queste visioni, era lei.
La gemma rimaneva lì, fluttuante. Iniziò a vibrare e a roteare su se stessa, emettendo un suono limpido e cristallino, ed Alea ebbe come l'impressione che stesse ridendo.
Tutti i pensieri che fino a quel momento avevano affollato la mente della Bekku, svanirono uno dietro l'altro, facendola calmare e rilassare, fino a che non fu più in grado di mantenere gli occhi aperti.
Lentamente cadde in un lungo sonno profondo, privo di sogni, privo di sensazioni, accompagnato solo dal dolce suono della gemma.

domenica 18 maggio 2014

Cronache di Leggende Perdute - VI

Alea sedette su una grande roccia li vicino, accavallò le gambe e prese in una mano la sua lunga coda, giocherellandoci delicatamente.
"Le Gemme di Risonanza non sono dei semplici strumenti, e non servono a misurare la vostra forza."
Iniziò a spiegare.
"Queste pietre sono una materializzazione della vostra anima, ed è proprio il motivo per cui sono estremamente importanti, fanno parte di voi stessi, e se la vostra gemma dovesse andare distrutta... beh, non sareste tanto diversi dai golem che avete incontrato fin ora, dei gusci senza anima, freddi e meccanici."
I tre avventurieri rimasero a bocca aperta.
"D-davvero diventerò come un g-g-golem?" chiese terrorizzato il Babama.
"Quello è il destino di chi vede la propria gemma distrutta. Ma non preoccuparti troppo di questo, non è facile romperne una. E comunque con il vostro livello di abilità, è più probabile che facciate una fine peggiore prima che qualcuno o qualcosa possa rompere la vostra gemma." Rispose la Bekku scrollando le spalle.
Il mago nero borbottò, visibilmente adirato per quelle parole.
"Allora spiegaci, perché le nostre gemme hanno più colori delle altre? Se non indicano la nostra forza, perché sono differenti?"
"Oh, ma è semplice. I colori delle gemme indicano quante diverse tecniche siete in grado di adoperare. Come ho detto poco fa, queste pietre sono la vostra anima cristallizzata, quindi rispecchiano in tutto e per tutto voi stessi. Probabilmente non lo sapete, ma anche alcuni tra i più famosi artigiani del mondo hanno queste gemme, e sebbene non siano combattenti, anche le loro hanno diversi colori. Diciamo che i colori indicano quanti mestieri siete in grado di svolgere."
Gli avventurieri si guardarono tra di loro pensosi, si resero conto di non sapere davvero nulla sulle gemme e a quanto sembrava, nemmeno delle loro capacità.
"Ora che ci penso..." Disse il guerriero. "...prima di dedicarmi all'ascia come strumento di lotta, ero un ottimo taglialegna. Ho iniziato a combattere perché la segheria in cui lavoravo veniva spesso invasa dai koboldi. E presi qualche lezione di combattimento da un picchiere in città."
"Bene." Rispose Alea. "Prova ad immaginare l'abbigliamento e l'ascia che utilizzavi quando eri un taglialegna, ed incanala il tuo pensiero nella gemma."
Il Guerriero chiuse gli occhi ed iniziò a concentrarsi, pensando intensamente agli abiti semplici di canapa e juta che utilizzava per lavorare, e a quella pesante e rozza accetta dalla lama particolare, ricurva in modo da abbracciare il tronco quando veniva colpito.
La sua gemma emise una fioca luce e gradualmente il suo equipaggiamento da combattente svanì, lasciando posto a quello appena immaginato.
"E-ecco come hai fatto a c-cambiare il tuo equipaggiamento!" Affermò sbalordito il piccolo mago.
Alea sorrise soddisfatta.
"Ora sapete come si utilizzano le gemme. Bravi, è un grande passo avanti. Questo vi permetterà di cambiare la vostra strategia quando affrontate dei mostri o qualsiasi altro tipo di combattimento."
Gli avventurieri ringraziarono la Bekku per tutte le informazioni fornite, prima di raccattare i propri averi ed iniziare a dirigersi verso l'uscita.
"Un'ultima cosa: allenatevi prima di tentare nuovamente un'avventura come questa. Maggiore sarà la vostra esperienza, maggiori saranno le vostre possibilità di sopravvivenza. E chi lo sa, magari un giorno sarete anche in grado di combinare i vostri stili!"
I tre salutarono mentre continuavano a camminare, scomparendo ben presto alla vista. Alea rimase li ferma per qualche minuto, con le braccia incrociate, a pensare su come proseguire.
Non aveva più alcuna traccia da seguire, decise quindi di esplorare ancora un po' l'immensa Thi'Saiuaela, nella speranza di trovare qualche indizio che le indicasse la prossima mossa.
Prendendo tra le mani la sua gemma di risonanza, Alea cambiò il suo equipaggiamento con i più comodi abiti da viaggio che aveva indosso prima di accedere alle rovine. Ritornando sui suoi passi, si diresse verso una delle quattro fontane per leggere nuovamente la placca metallica. Tuttavia non scoprì nulla di nuovo, le placche indicavano solo i nomi dei reggenti ed in breve la loro storia. Fu colpita però dalle date.
"112-235 della prima era... longevi questi Ilbechin, 123 anni di regno non sono po..." Alea si interruppe bruscamente assorta dai pensieri. Impossibile per qualunque essere umano vivere così a lungo, inoltre la data indicava la durata del regno e non della vita del reggente. Corse così verso la seconda fontana per leggere la targa.
"235-393 della prima era... no, non è possibile. Ilbechin o meno, non possono aver esteso la propria vita..." Corse dunque alla terza fontana.
"393 della prima era - 213 della seconda... che sia questo il motivo per cui sono scomparsi? Hanno scoperto il segreto della vita eterna e gli Dei li hanno puniti?" Alea non era mai stata religiosa, ma è un dato di fatto che le divinità siano reali, nel corso dei millenni più volte si sono mostrate ed hanno preso parte agli eventi che hanno dettato il cambio delle ere.
"Ne è rimasta solo una!" Pensò tra se e se raggiungendo l'ultima fontana.
"213 della seconda era - 178 della terza, e poi, pochi anni dopo, la fine dell'impero..."
Alea iniziò a sudare fredda, l'antico impero aveva realmente scoperto la vita eterna, o quantomeno il segreto della longevità.
"N-no... non è possibile. Se ciò fosse vero, questo significherebbe che io... io..."
Erano ormai passati 12 anni da quando Alea fu ritrovata tra i resti di un naufragio, non ricordava nulla del viaggio, né della nave su cui si trovava, né di tutto ciò che era accaduto prima, ciò che le rimaneva di se stessa era il suo nome. E in tutti quegli anni era rimasta perfettamente uguale, come se il tempo non l'avesse mai nemmeno sfiorata, mentre aveva visto molta altra gente invecchiare, gente che aveva imparato a conoscere, amici e anche nemici.
Le sue gambe cedettero e rimase in ginocchio per diversi minuti, con lo sguardo perso nel vuoto, ancora nel tentativo di realizzare ciò che credeva di avere appena scoperto.
Finché un lampo di luce colpì la sua attenzione.

domenica 11 maggio 2014

Cronache di Leggende Perdute - V

La terra tremò un'ultima volta, violentemente, poi tutto tacque.
Irradiate dalla luce del cristallo, le statue dei reggenti iniziarono a mutare, prendendo colore e con esso anche la vita.
I quattro antichi reggenti discesero fluttuando dalle fontane, che fino ad allora avevano servito loro da piedistallo.
Percependo il pericolo che le statue animate ponevano, Alea si preparò ad un qualsiasi attacco, parandosi dietro al solido scudo ed osservando attentamente i loro movimenti.
Tuttavia le statue non attaccarono, allungarono invece le mani verso il cristallo ed iniziarono a cantare una nenia nella lingua degli antichi.
Alea comprendeva bene quelle parole anche se non sapeva il perchè. 
La canzone suonava come una profezia, parlava della resurrezione dell'antica civiltà se il grande cristallo della vita fosse stato riattivato.
Terminata la nenia, armi di cristallo apparvero tra le mani delle statue, e queste si rivolsero minacciose verso Alea.
"Tu che disturbi il sonno dei grandi quattro, dichiara le tue intenzioni o preparati ad affrontare la nostra ira."
Disse una delle quattro statue, incredibilmente parlando nella lingua comune.
"Sono qui in cerca di risposte, non voglio causare problemi né disturbare il sonno degli antichi." Gridò Alea continuando a ripararsi dietro lo scudo.
"Poni dunque il tuo quesito, Bekku, ma sappi che le risposte che cerchi potrebbero non trovarsi in questo luogo."
Dopo essere arrivata così lontano sarebbe stato stupido non approfittare dell'occasione per saperne di più, se non sul suo passato, almeno sulle placche metalliche presenti sul suo corpo.
Dopo qualche attimo di esitazione, Alea prese coraggio e si fece avanti.
"Voglio sapere chi sono, voglio ricordare il mio passato e voglio sapere cosa sono queste placche metalliche sul mio corpo!" Chiese mostrando l'anello sulla coda.
La statua osservò silente per dei lunghi attimi, poi come colta da stupore disse "Non è possibile... quei sigilli non dovrebbero..."
Una forte esplosione interruppe la voce degli antichi. Una sfera di fuoco aveva colpito in pieno la statua.
"Che cos...?"
Alea si girò di scatto verso il punto da cui era partita la sfera.
Un gruppo di avventurieri aveva raggiunto il luogo e senza troppe cerimonie aveva deciso di dare battaglia.
"Hahaha! Visto? Che vi avevo detto? Questi golem non sono altro che un mucchietto di pietre!"
"Fa attenzione, questi sembrano più forti degli altri."
"S-stai bene?" Chiese ad Alea un piccolo Bamana che sembrava essere il curatore del gruppo.
Le statue tuttavia non diedero loro il tempo di continuare la conversazione. Il contrattacco partì rapido e delle sfere di energia si schiantarono al suolo proprio davati al gruppo di avventurieri,  che a malapena riuscì a schivarle.
"Dannazione!" Gridò Alea nello schivare l'esplosione.
"Perché ogni volta ci deve essere un'interruzione?"
Rialzandosi ed utilizzando la gemma di risonanza, modificò il suo equipaggiamento in una più leggera armatura a scaglie, di colore nero e viola scuro, trasformando spada e scudo in una robusta lancia il cui aspetto ricordava vagamente un drago.
"M-ma come hai fatto a cambiare così velocemente?" Chiese il mago incredulo.
"Non c'è tempo. Concentratevi!" Rispose con tono glaciale Alea, scagliandosi all'attacco verso la statua più vicina.
"Non suppongo sia possibile discuterne civilmente, vero?"
La statua non rispose, limitandosi ad attaccare nuovamente il gruppo con le sfere di energia.
Puntando la lancia al suolo e sfruttandola come asta per un salto altissimo, la Bekku schivò completamente l'attacco, che andò a schiantarsi al suolo alzando polvere e detriti.
"Tu con l'armatura pesante, tieni distratte le altre statue! Mago, prepara il tuo incantesimo più potente e scaglialo contro quella statua con lo scudo! E tu, mantieni in salute i tuoi compagni!" Gridò ancora in aria, puntando la sua lancia verso la statua e piombandosi in picchiata su di essa.
"E a te ci penso io..."
Un'intensa energia si concentrò sulla punta della lancia, trascinandosi appresso una scia di mana e scintille, creando l'illusione di petali di ciliegio.
L'impatto fu tremendo, l'onda d'urto spazzò via la polvere ed i detriti nel raggio di un paio di metri.
La statua trafitta dalla lancia rimase immobile per quella che sembrò un'eternità, poi lentamente voltò il busto verso Alea, allungando un braccio ad indicarla.
"Tu... non dovresti... essere qui... Alea..."
Lentamente il colore svanì, e la statua tornò nella sua forma granitica.
Gli avventurieri continuarono il loro combattimento ancora per diversi minuti.
Eseguendo i comandi che Alea impartiva loro riuscirono piano piano a sconfiggere i propri avversari.
Con le statue nuovamente in pietra, il cristallo smise di vibrare ed emettere energia, riacquistando l'originale colore azzurro.
Tutti i golem di sicurezza cessarono di funzionare, tornando ad essere semplici cumuli di roccia.
"Uff... alla fine ce l'abbiamo fatta, questo è stato senza dubbio il combattimento più duro che abbiamo affrontato" Il guerriero posò la pesante ascia bipenne al suolo utilizzandola come appoggio per riprendere fiato.
"U-un solo minuto in più e-e le mie riserve magiche si sarebbero esaurite. Siamo stati fortunati!" Il piccolo mago bianco si sedette per riposare.
"Hahaha! Ve l'avevo detto che sarebbe stato un gioco da ragazzi! Con i miei potenti incantesimi nessuno può batterci!"
Lo stregone si girò poi verso Alea, avvicinandosi a lei con fare spavaldo.
"Non c'è bisogno che ci ringrazi per averti salvata, per noi è stato un piacere, siamo degli Eroi dopotutto! Hahaha!"
Senza dire una parola Alea si fece avanti e alzando la mano tirò uno schiaffo al mago.
Gli altri due avventurieri guardarono la scena sbalorditi, mentre il mago portava le sue mani sul volto dove era stato colpito.
"Ma sei pazza? È così che ringrazi chi ti ha aiutata?" Gridò il mago infuriato.
"Aiutata? AIUTATA? TU non hai la più pallida idea di cosa avete combinato! Non ero mai stata così vicina al mio obiettivo e siete arrivati voi a rovinare tutto! Non ho avuto le risposte che cercavo ed ora non ho più nemmeno alcun indizio su dove cercarle!"
Visibilmente scossa dalla rabbia, Alea inspirò profondamente per calmarsi prima di continuare.
"E se non fosse stato per me e i miei consigli, a quest'ora sareste tutti morti. Da quanto tempo fate gli avventurieri? Un mese? Non conoscete le basi del combattimento e non sapete nemmeno organizzarvi come gruppo, come potete pensare di affrontare sfide di questo genere?"
"A-abbiamo ottenuto le nostre gemme u-una s-settimana fa..." Rispose timidamente il piccolo mago.
"Una settimana..." Disse Alea portandosi una mano alla fronte e scuotendo il capo in segno di disappunto.
"Scommetto che non sapete nemmeno come funzionano le gemme di risonanza vero?"
I tre annuirono.
"Sappiamo che il numero di colori indica la potenza dell'utilizzatore e le diverse tecniche di combattimento che può utilizzare" Rispose il guerriero mostrando la sua gemma tricolore.
"Abbiamo tutti una gemma tricolore." Aggiunse. "In genere le persone ne hanno di monocromatiche o due colori, quindi noi siamo più forti, non è così?"
Alea sospirò profondamente e scosse il capo.
"Non sapete proprio nulla eh? Aprite bene le orecchie perché non ho intenzione di ripetermi!"
I giovani avventurieri si sedettero ed annuirono, ascoltando attentamente le parole della Bekku.