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domenica 28 settembre 2014

Cronache di Leggende Perdute - XIII

Il vecchio studioso proseguì con la sua spiegazione.
"Samuha è un pianeta vivo, ora però non immaginarlo come un immenso animale." Disse sorridendo.
Alea era invece sempre più confusa, non riusciva a comprendere come potesse trattarsi di un essere vivente.
"Vedo la perplessità sul tuo volto, ma non disperare, presto capirai." Il vecchio prese una pausa, fece cenno alla Bekku di seguirlo e si incamminò per l'atrio.
"Avrai sicuramente visto dei golem nei tuoi viaggi, giusto? Beh, puoi paragonare il nostro pianeta ad un golem, solo molto più grande, e a differenza delle marionette di terra, dotato di una volontà propria."
Camminando i due raggiunsero una teca notevolmente più grande delle altre, nella quale era presente una rappresentazione olografica del pianeta.
Sul globo fluttuante era possibile distinguere i continenti e le città stato, ma ciò che lo rendeva realmente sorprendente era la raffigurazione di tutti i cristalli maggiori. Onde di energia che attraversavano il pianeta mostravano le vie eteree che collegavano i cristalli tra di loro e che consentivano ai praticanti arcani di teletrasportarsi.
Alea osservò con interesse ed attenzione, finché non notò qualcosa di strano.
"Cos'è quella sfera pulsante al centro del pianeta?" Chiese puntando col dito al singolare fenomeno.
"Alcuni studiosi lo chiamano il Cuore di Samuha, eppure ad oggi, cosa sia in realtà nessuno l'ha scoperto. Solo una cosa è certa, tutto l'etere ha origine dal cuore, e tutto l'etere vi fa ritorno."
Il vecchio Teyvam rimase in silenzio, portando una mano al mento accarezzando la barbetta, visibilmente perso nei suoi pensieri.
"Tornando al discorso precedente." Disse Alea.
"Le gemme si formano per un desiderio dei cristalli, quindi Samuha cosa c'entra?"
"Ho ho ho, arguta osservazione ragazza. Vedi, nel corso di anni di studi si è scoperto che i cristalli reagiscono al mondo che li circonda tanto quanto qualsiasi altro essere vivente. In base all'ambiente in cui si trovano cambiano di forma e colore, ma non solo. Esistono infatti prove che i cristalli si siano anche spostati nel tempo, probabilmente perché non gradivano il loro luogo di origine." Il vecchio fece una breve pausa.
"I cristalli sono generati da Samuha, tramite l'etere, ed essi stessi sono esseri viventi. Non saprei dirti se funzionano come organi o se sono delle vere e proprie entità separate, sta di fatto che chiunque possegga una Gemma di risonanza ha avuto delle visioni che in un modo o nell'altro hanno cambiato il destino di questo mondo."
Voltandosi Evard mostrò nuovamente le teche con le gemme.
"Tutte queste gemme sono appartenuti a grandi eroi del passato e a tutte quelle persone che li hanno aiutati a compiere le imprese che ci hanno portati a questi giorni di pace."
"E con la loro scomparsa, anche la lucentezza delle gemme è andata perduta" Aggiunse Alea.
"Proprio così. Le anime contenute all'interno delle gemme sono tornate a Rohe."
Ripensando al suo inaspettato viaggio a Rohe, la Bekku non potè fare a meno di notare che comunque non aveva visto altre anime oltre alla sua.
"Hmm... probabilmente erano in qualche altro posto..."
"Come dici?" Chiese incuriosito il Teyvam.
"Oh, nulla, non ci faccia caso. Piuttosto, è vero che in questo museo c'è una gemma iridescente?"
Il vecchio rise divertito ed annuì, facendo ad Alea cenno di seguirlo.
Attraversarono l'atrio fino a raggiungere un lungo corridoio, illuminato solo da qualche candela  qua e la nelle nicchie che ornavano le pareti.
Il corridoio terminava in una stanza circolare, ben illuminata, al cui centro vi era un piedistallo sul quale fluttuava la gemma iridescente.
Anche questa come le altre aveva perso il suo lustro, tuttavia i riflessi della luce la facevano sembrare più luminosa delle altre. Ciò nonostante, la sua forma era insolita.
Alea cercò di avvicinarsi per vederla meglio, tuttavia la ringhiera che circondava il piedistallo non lo consentiva più di tanto.
"Non sappiamo a chi sia appartenuta quella gemma, né quanto sia vecchia." Disse Evard.
"Fu ritrovata circa vent'anni fa durante degli scavi per una costruzione, chiusa in un cofanetto ornato che riteniamo sia appartenuto a qualche nobile Ilbechin."
"Non è possibile vederla più da vicino? Ha una forma decisamente strana, non assomiglia per niente alla mia se non per i colori."
Il vecchio guardò con aria incuriosita Alea che estrasse il ciondolo dalle vesti per mostrare la sua gemma allo studioso.
La pietra tuttavia iniziò improvvisamente a fluttuare in aria e a brillare intensamente, girando attorno alla gemma sul piedistallo.

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