La base a sostegno del cristallo era molto simile a quella delle fontane. Un cerchio perfetto in cermet, con altorilievi raffiguarnti persone che rendevano omaggio ai reggenti e al cristallo stesso.
La luce lampeggiante che catturò l'attenzione di Alea proveniva da quello che sembrava essere un piedistallo, identico a quelli che reggevano le placche metalliche vicino alle fontane. Tuttavia su di questo non era presente alcuna placca, ma una lastra trasparente.
La curiosità era forte, quella luce quasi ipnotica, e la Bekku si avvicinò per vedere meglio.
Le antiche lettere dell'alfabeto Ilbechin comparivano e scomparivano su quello strano aggeggio.
"La via per la verità passa attraverso se stessi"
Senza farci troppo caso, Alea appoggiò la sua mano su quella fredda lastra.
Le lettere precedentemente mostrate scomparvero, e dei disegni animati apparvero al loro posto, libri che si aprivano e le lettere al loro interno che scorrevano verso la mano poggiata sul vetro.
"Senza dubbio gli Ilbechin non erano privi di fantasia."
Mentre le lettere raggiungevano la mano, Alea avvertì un cambiamento. Sentiva un formicolio alla mano, ma non riuscì a rimuoverla dal vetro, come se il braccio fosse paralizzato. Una luce rossa iniziò a lampeggiare dalla lastra, per poi scomparire assieme alla luce emanata dal cristllo.
Lo spazio intorno a lei iniziò a distorcersi, come se tutto stesse venendo risucchiato.
Non capendo cosa stesse accadendo, Alea si girò istintivamente per guardarsi intorno, ma non c'era nulla da vedere.
La città era scomparsa. L'enorme cristallo non era più di fronte a lei. Solo un vuoto infinito la circondava, senza pavimento, senza soffitto. Vuoto in ogni direzione.
Nessun suono poteva essere udito, e nemmeno la sua voce si propagava in quello spazio.
Il terrore la assalì improvvisamente, un brivido freddo le percorse l'intera schiena fino alla punta della sua lunga coda, facendo rizzare il morbido pelo candido.
La sua gemma di risonanza iniziò a brillare e fluttuare, staccandosi dalla catenina alla quale era legata e allontanandosi da lei.
I suoi abiti svanirono, ed Alea rimase sospesa in quello spazio, nuda.
Il suo corpo era diventato rigido e pesante, non eseguiva i suoi ordini, rendendola incapace di raggiungere la sua gemma, che rimaneva immobile di fronte a lei, così vicina ma irraggungibile.
I caratteri delle piccole placche metalliche sulla coda e sui fianchi si illuminarono di azzurro, come la luce dei cristalli, mandando scosse per tutto il suo corpo.
I sensi si affinarono, le sue pupille si dilatarono fino ad occupare tutto lo spazio dell'iride, permettendole di vedere in quello spazio infinito. Riusciva a sentire l'odore della sua pelle e percepire da esso la sua paura, le sue orecchie si agitavano incontrollabilmente, captando il profondo silenzio ormai più insostenibile di qualsiasi rumore. Sentiva pesante sulla pelle la fredda aria che la circondava.
La sua mente fu invasa da immagini, luoghi lontani, paesaggi suggestivi, battaglie dimenticate, grandi guerre e lunghi periodi di pace.
Tra le immagini vi era quello che sembrava essere un laboratorio. Fiale contenenti liquidi fluorescenti poggiate su tavoli metallici. Capsule in vetro e cermet fiocamente illuminate, contenenti gli stessi liquidi ma anche quelle che sembravano essere persone al loro interno.
Uomini e donne con camici bianchi e maschere per nascondere la propria identità, osservavano fogli e discutevano. Impossibile capire però cosa dicessero.
L'unica cosa che accomunava queste visioni, era lei.
La gemma rimaneva lì, fluttuante. Iniziò a vibrare e a roteare su se stessa, emettendo un suono limpido e cristallino, ed Alea ebbe come l'impressione che stesse ridendo.
Tutti i pensieri che fino a quel momento avevano affollato la mente della Bekku, svanirono uno dietro l'altro, facendola calmare e rilassare, fino a che non fu più in grado di mantenere gli occhi aperti.
Lentamente cadde in un lungo sonno profondo, privo di sogni, privo di sensazioni, accompagnato solo dal dolce suono della gemma.
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venerdì 30 maggio 2014
domenica 18 maggio 2014
Cronache di Leggende Perdute - VI
Alea sedette su una grande roccia li vicino, accavallò le gambe e prese in una mano la sua lunga coda, giocherellandoci delicatamente.
"Le Gemme di Risonanza non sono dei semplici strumenti, e non servono a misurare la vostra forza."
Iniziò a spiegare.
"Queste pietre sono una materializzazione della vostra anima, ed è proprio il motivo per cui sono estremamente importanti, fanno parte di voi stessi, e se la vostra gemma dovesse andare distrutta... beh, non sareste tanto diversi dai golem che avete incontrato fin ora, dei gusci senza anima, freddi e meccanici."
I tre avventurieri rimasero a bocca aperta.
"D-davvero diventerò come un g-g-golem?" chiese terrorizzato il Babama.
"Quello è il destino di chi vede la propria gemma distrutta. Ma non preoccuparti troppo di questo, non è facile romperne una. E comunque con il vostro livello di abilità, è più probabile che facciate una fine peggiore prima che qualcuno o qualcosa possa rompere la vostra gemma." Rispose la Bekku scrollando le spalle.
Il mago nero borbottò, visibilmente adirato per quelle parole.
"Allora spiegaci, perché le nostre gemme hanno più colori delle altre? Se non indicano la nostra forza, perché sono differenti?"
"Oh, ma è semplice. I colori delle gemme indicano quante diverse tecniche siete in grado di adoperare. Come ho detto poco fa, queste pietre sono la vostra anima cristallizzata, quindi rispecchiano in tutto e per tutto voi stessi. Probabilmente non lo sapete, ma anche alcuni tra i più famosi artigiani del mondo hanno queste gemme, e sebbene non siano combattenti, anche le loro hanno diversi colori. Diciamo che i colori indicano quanti mestieri siete in grado di svolgere."
Gli avventurieri si guardarono tra di loro pensosi, si resero conto di non sapere davvero nulla sulle gemme e a quanto sembrava, nemmeno delle loro capacità.
"Ora che ci penso..." Disse il guerriero. "...prima di dedicarmi all'ascia come strumento di lotta, ero un ottimo taglialegna. Ho iniziato a combattere perché la segheria in cui lavoravo veniva spesso invasa dai koboldi. E presi qualche lezione di combattimento da un picchiere in città."
"Bene." Rispose Alea. "Prova ad immaginare l'abbigliamento e l'ascia che utilizzavi quando eri un taglialegna, ed incanala il tuo pensiero nella gemma."
Il Guerriero chiuse gli occhi ed iniziò a concentrarsi, pensando intensamente agli abiti semplici di canapa e juta che utilizzava per lavorare, e a quella pesante e rozza accetta dalla lama particolare, ricurva in modo da abbracciare il tronco quando veniva colpito.
La sua gemma emise una fioca luce e gradualmente il suo equipaggiamento da combattente svanì, lasciando posto a quello appena immaginato.
"E-ecco come hai fatto a c-cambiare il tuo equipaggiamento!" Affermò sbalordito il piccolo mago.
Alea sorrise soddisfatta.
"Ora sapete come si utilizzano le gemme. Bravi, è un grande passo avanti. Questo vi permetterà di cambiare la vostra strategia quando affrontate dei mostri o qualsiasi altro tipo di combattimento."
Gli avventurieri ringraziarono la Bekku per tutte le informazioni fornite, prima di raccattare i propri averi ed iniziare a dirigersi verso l'uscita.
"Un'ultima cosa: allenatevi prima di tentare nuovamente un'avventura come questa. Maggiore sarà la vostra esperienza, maggiori saranno le vostre possibilità di sopravvivenza. E chi lo sa, magari un giorno sarete anche in grado di combinare i vostri stili!"
I tre salutarono mentre continuavano a camminare, scomparendo ben presto alla vista. Alea rimase li ferma per qualche minuto, con le braccia incrociate, a pensare su come proseguire.
Non aveva più alcuna traccia da seguire, decise quindi di esplorare ancora un po' l'immensa Thi'Saiuaela, nella speranza di trovare qualche indizio che le indicasse la prossima mossa.
Prendendo tra le mani la sua gemma di risonanza, Alea cambiò il suo equipaggiamento con i più comodi abiti da viaggio che aveva indosso prima di accedere alle rovine. Ritornando sui suoi passi, si diresse verso una delle quattro fontane per leggere nuovamente la placca metallica. Tuttavia non scoprì nulla di nuovo, le placche indicavano solo i nomi dei reggenti ed in breve la loro storia. Fu colpita però dalle date.
"112-235 della prima era... longevi questi Ilbechin, 123 anni di regno non sono po..." Alea si interruppe bruscamente assorta dai pensieri. Impossibile per qualunque essere umano vivere così a lungo, inoltre la data indicava la durata del regno e non della vita del reggente. Corse così verso la seconda fontana per leggere la targa.
"235-393 della prima era... no, non è possibile. Ilbechin o meno, non possono aver esteso la propria vita..." Corse dunque alla terza fontana.
"393 della prima era - 213 della seconda... che sia questo il motivo per cui sono scomparsi? Hanno scoperto il segreto della vita eterna e gli Dei li hanno puniti?" Alea non era mai stata religiosa, ma è un dato di fatto che le divinità siano reali, nel corso dei millenni più volte si sono mostrate ed hanno preso parte agli eventi che hanno dettato il cambio delle ere.
"Ne è rimasta solo una!" Pensò tra se e se raggiungendo l'ultima fontana.
"213 della seconda era - 178 della terza, e poi, pochi anni dopo, la fine dell'impero..."
Alea iniziò a sudare fredda, l'antico impero aveva realmente scoperto la vita eterna, o quantomeno il segreto della longevità.
"N-no... non è possibile. Se ciò fosse vero, questo significherebbe che io... io..."
Erano ormai passati 12 anni da quando Alea fu ritrovata tra i resti di un naufragio, non ricordava nulla del viaggio, né della nave su cui si trovava, né di tutto ciò che era accaduto prima, ciò che le rimaneva di se stessa era il suo nome. E in tutti quegli anni era rimasta perfettamente uguale, come se il tempo non l'avesse mai nemmeno sfiorata, mentre aveva visto molta altra gente invecchiare, gente che aveva imparato a conoscere, amici e anche nemici.
Le sue gambe cedettero e rimase in ginocchio per diversi minuti, con lo sguardo perso nel vuoto, ancora nel tentativo di realizzare ciò che credeva di avere appena scoperto.
Finché un lampo di luce colpì la sua attenzione.
"Le Gemme di Risonanza non sono dei semplici strumenti, e non servono a misurare la vostra forza."
Iniziò a spiegare.
"Queste pietre sono una materializzazione della vostra anima, ed è proprio il motivo per cui sono estremamente importanti, fanno parte di voi stessi, e se la vostra gemma dovesse andare distrutta... beh, non sareste tanto diversi dai golem che avete incontrato fin ora, dei gusci senza anima, freddi e meccanici."
I tre avventurieri rimasero a bocca aperta.
"D-davvero diventerò come un g-g-golem?" chiese terrorizzato il Babama.
"Quello è il destino di chi vede la propria gemma distrutta. Ma non preoccuparti troppo di questo, non è facile romperne una. E comunque con il vostro livello di abilità, è più probabile che facciate una fine peggiore prima che qualcuno o qualcosa possa rompere la vostra gemma." Rispose la Bekku scrollando le spalle.
Il mago nero borbottò, visibilmente adirato per quelle parole.
"Allora spiegaci, perché le nostre gemme hanno più colori delle altre? Se non indicano la nostra forza, perché sono differenti?"
"Oh, ma è semplice. I colori delle gemme indicano quante diverse tecniche siete in grado di adoperare. Come ho detto poco fa, queste pietre sono la vostra anima cristallizzata, quindi rispecchiano in tutto e per tutto voi stessi. Probabilmente non lo sapete, ma anche alcuni tra i più famosi artigiani del mondo hanno queste gemme, e sebbene non siano combattenti, anche le loro hanno diversi colori. Diciamo che i colori indicano quanti mestieri siete in grado di svolgere."
Gli avventurieri si guardarono tra di loro pensosi, si resero conto di non sapere davvero nulla sulle gemme e a quanto sembrava, nemmeno delle loro capacità.
"Ora che ci penso..." Disse il guerriero. "...prima di dedicarmi all'ascia come strumento di lotta, ero un ottimo taglialegna. Ho iniziato a combattere perché la segheria in cui lavoravo veniva spesso invasa dai koboldi. E presi qualche lezione di combattimento da un picchiere in città."
"Bene." Rispose Alea. "Prova ad immaginare l'abbigliamento e l'ascia che utilizzavi quando eri un taglialegna, ed incanala il tuo pensiero nella gemma."
Il Guerriero chiuse gli occhi ed iniziò a concentrarsi, pensando intensamente agli abiti semplici di canapa e juta che utilizzava per lavorare, e a quella pesante e rozza accetta dalla lama particolare, ricurva in modo da abbracciare il tronco quando veniva colpito.
La sua gemma emise una fioca luce e gradualmente il suo equipaggiamento da combattente svanì, lasciando posto a quello appena immaginato.
"E-ecco come hai fatto a c-cambiare il tuo equipaggiamento!" Affermò sbalordito il piccolo mago.
Alea sorrise soddisfatta.
"Ora sapete come si utilizzano le gemme. Bravi, è un grande passo avanti. Questo vi permetterà di cambiare la vostra strategia quando affrontate dei mostri o qualsiasi altro tipo di combattimento."
Gli avventurieri ringraziarono la Bekku per tutte le informazioni fornite, prima di raccattare i propri averi ed iniziare a dirigersi verso l'uscita.
"Un'ultima cosa: allenatevi prima di tentare nuovamente un'avventura come questa. Maggiore sarà la vostra esperienza, maggiori saranno le vostre possibilità di sopravvivenza. E chi lo sa, magari un giorno sarete anche in grado di combinare i vostri stili!"
I tre salutarono mentre continuavano a camminare, scomparendo ben presto alla vista. Alea rimase li ferma per qualche minuto, con le braccia incrociate, a pensare su come proseguire.
Non aveva più alcuna traccia da seguire, decise quindi di esplorare ancora un po' l'immensa Thi'Saiuaela, nella speranza di trovare qualche indizio che le indicasse la prossima mossa.
Prendendo tra le mani la sua gemma di risonanza, Alea cambiò il suo equipaggiamento con i più comodi abiti da viaggio che aveva indosso prima di accedere alle rovine. Ritornando sui suoi passi, si diresse verso una delle quattro fontane per leggere nuovamente la placca metallica. Tuttavia non scoprì nulla di nuovo, le placche indicavano solo i nomi dei reggenti ed in breve la loro storia. Fu colpita però dalle date.
"112-235 della prima era... longevi questi Ilbechin, 123 anni di regno non sono po..." Alea si interruppe bruscamente assorta dai pensieri. Impossibile per qualunque essere umano vivere così a lungo, inoltre la data indicava la durata del regno e non della vita del reggente. Corse così verso la seconda fontana per leggere la targa.
"235-393 della prima era... no, non è possibile. Ilbechin o meno, non possono aver esteso la propria vita..." Corse dunque alla terza fontana.
"393 della prima era - 213 della seconda... che sia questo il motivo per cui sono scomparsi? Hanno scoperto il segreto della vita eterna e gli Dei li hanno puniti?" Alea non era mai stata religiosa, ma è un dato di fatto che le divinità siano reali, nel corso dei millenni più volte si sono mostrate ed hanno preso parte agli eventi che hanno dettato il cambio delle ere.
"Ne è rimasta solo una!" Pensò tra se e se raggiungendo l'ultima fontana.
"213 della seconda era - 178 della terza, e poi, pochi anni dopo, la fine dell'impero..."
Alea iniziò a sudare fredda, l'antico impero aveva realmente scoperto la vita eterna, o quantomeno il segreto della longevità.
"N-no... non è possibile. Se ciò fosse vero, questo significherebbe che io... io..."
Erano ormai passati 12 anni da quando Alea fu ritrovata tra i resti di un naufragio, non ricordava nulla del viaggio, né della nave su cui si trovava, né di tutto ciò che era accaduto prima, ciò che le rimaneva di se stessa era il suo nome. E in tutti quegli anni era rimasta perfettamente uguale, come se il tempo non l'avesse mai nemmeno sfiorata, mentre aveva visto molta altra gente invecchiare, gente che aveva imparato a conoscere, amici e anche nemici.
Le sue gambe cedettero e rimase in ginocchio per diversi minuti, con lo sguardo perso nel vuoto, ancora nel tentativo di realizzare ciò che credeva di avere appena scoperto.
Finché un lampo di luce colpì la sua attenzione.
domenica 11 maggio 2014
Cronache di Leggende Perdute - V
La terra tremò un'ultima volta, violentemente, poi tutto tacque.
Irradiate dalla luce del cristallo, le statue dei reggenti iniziarono a mutare, prendendo colore e con esso anche la vita.
I quattro antichi reggenti discesero fluttuando dalle fontane, che fino ad allora avevano servito loro da piedistallo.
Percependo il pericolo che le statue animate ponevano, Alea si preparò ad un qualsiasi attacco, parandosi dietro al solido scudo ed osservando attentamente i loro movimenti.
Irradiate dalla luce del cristallo, le statue dei reggenti iniziarono a mutare, prendendo colore e con esso anche la vita.
I quattro antichi reggenti discesero fluttuando dalle fontane, che fino ad allora avevano servito loro da piedistallo.
Percependo il pericolo che le statue animate ponevano, Alea si preparò ad un qualsiasi attacco, parandosi dietro al solido scudo ed osservando attentamente i loro movimenti.
Tuttavia le statue non attaccarono, allungarono invece le mani verso il cristallo ed iniziarono a cantare una nenia nella lingua degli antichi.
Alea comprendeva bene quelle parole anche se non sapeva il perchè.
La canzone suonava come una profezia, parlava della resurrezione dell'antica civiltà se il grande cristallo della vita fosse stato riattivato.
Terminata la nenia, armi di cristallo apparvero tra le mani delle statue, e queste si rivolsero minacciose verso Alea.
"Tu che disturbi il sonno dei grandi quattro, dichiara le tue intenzioni o preparati ad affrontare la nostra ira."
Disse una delle quattro statue, incredibilmente parlando nella lingua comune.
"Sono qui in cerca di risposte, non voglio causare problemi né disturbare il sonno degli antichi." Gridò Alea continuando a ripararsi dietro lo scudo.
"Poni dunque il tuo quesito, Bekku, ma sappi che le risposte che cerchi potrebbero non trovarsi in questo luogo."
Dopo essere arrivata così lontano sarebbe stato stupido non approfittare dell'occasione per saperne di più, se non sul suo passato, almeno sulle placche metalliche presenti sul suo corpo.
Dopo qualche attimo di esitazione, Alea prese coraggio e si fece avanti.
"Voglio sapere chi sono, voglio ricordare il mio passato e voglio sapere cosa sono queste placche metalliche sul mio corpo!" Chiese mostrando l'anello sulla coda.
La statua osservò silente per dei lunghi attimi, poi come colta da stupore disse "Non è possibile... quei sigilli non dovrebbero..."
Una forte esplosione interruppe la voce degli antichi. Una sfera di fuoco aveva colpito in pieno la statua.
"Che cos...?"
Alea si girò di scatto verso il punto da cui era partita la sfera.
Un gruppo di avventurieri aveva raggiunto il luogo e senza troppe cerimonie aveva deciso di dare battaglia.
"Hahaha! Visto? Che vi avevo detto? Questi golem non sono altro che un mucchietto di pietre!"
"Fa attenzione, questi sembrano più forti degli altri."
"S-stai bene?" Chiese ad Alea un piccolo Bamana che sembrava essere il curatore del gruppo.
Le statue tuttavia non diedero loro il tempo di continuare la conversazione. Il contrattacco partì rapido e delle sfere di energia si schiantarono al suolo proprio davati al gruppo di avventurieri, che a malapena riuscì a schivarle.
"Dannazione!" Gridò Alea nello schivare l'esplosione.
"Perché ogni volta ci deve essere un'interruzione?"
Rialzandosi ed utilizzando la gemma di risonanza, modificò il suo equipaggiamento in una più leggera armatura a scaglie, di colore nero e viola scuro, trasformando spada e scudo in una robusta lancia il cui aspetto ricordava vagamente un drago.
"M-ma come hai fatto a cambiare così velocemente?" Chiese il mago incredulo.
"Non c'è tempo. Concentratevi!" Rispose con tono glaciale Alea, scagliandosi all'attacco verso la statua più vicina.
"Non suppongo sia possibile discuterne civilmente, vero?"
La statua non rispose, limitandosi ad attaccare nuovamente il gruppo con le sfere di energia.
Puntando la lancia al suolo e sfruttandola come asta per un salto altissimo, la Bekku schivò completamente l'attacco, che andò a schiantarsi al suolo alzando polvere e detriti.
"Tu con l'armatura pesante, tieni distratte le altre statue! Mago, prepara il tuo incantesimo più potente e scaglialo contro quella statua con lo scudo! E tu, mantieni in salute i tuoi compagni!" Gridò ancora in aria, puntando la sua lancia verso la statua e piombandosi in picchiata su di essa.
"E a te ci penso io..."
Un'intensa energia si concentrò sulla punta della lancia, trascinandosi appresso una scia di mana e scintille, creando l'illusione di petali di ciliegio.
L'impatto fu tremendo, l'onda d'urto spazzò via la polvere ed i detriti nel raggio di un paio di metri.
La statua trafitta dalla lancia rimase immobile per quella che sembrò un'eternità, poi lentamente voltò il busto verso Alea, allungando un braccio ad indicarla.
"Tu... non dovresti... essere qui... Alea..."
Lentamente il colore svanì, e la statua tornò nella sua forma granitica.
Gli avventurieri continuarono il loro combattimento ancora per diversi minuti.
Eseguendo i comandi che Alea impartiva loro riuscirono piano piano a sconfiggere i propri avversari.
Con le statue nuovamente in pietra, il cristallo smise di vibrare ed emettere energia, riacquistando l'originale colore azzurro.
Tutti i golem di sicurezza cessarono di funzionare, tornando ad essere semplici cumuli di roccia.
"Uff... alla fine ce l'abbiamo fatta, questo è stato senza dubbio il combattimento più duro che abbiamo affrontato" Il guerriero posò la pesante ascia bipenne al suolo utilizzandola come appoggio per riprendere fiato.
"U-un solo minuto in più e-e le mie riserve magiche si sarebbero esaurite. Siamo stati fortunati!" Il piccolo mago bianco si sedette per riposare.
"Hahaha! Ve l'avevo detto che sarebbe stato un gioco da ragazzi! Con i miei potenti incantesimi nessuno può batterci!"
Lo stregone si girò poi verso Alea, avvicinandosi a lei con fare spavaldo.
"Non c'è bisogno che ci ringrazi per averti salvata, per noi è stato un piacere, siamo degli Eroi dopotutto! Hahaha!"
Senza dire una parola Alea si fece avanti e alzando la mano tirò uno schiaffo al mago.
Gli altri due avventurieri guardarono la scena sbalorditi, mentre il mago portava le sue mani sul volto dove era stato colpito.
"Ma sei pazza? È così che ringrazi chi ti ha aiutata?" Gridò il mago infuriato.
"Aiutata? AIUTATA? TU non hai la più pallida idea di cosa avete combinato! Non ero mai stata così vicina al mio obiettivo e siete arrivati voi a rovinare tutto! Non ho avuto le risposte che cercavo ed ora non ho più nemmeno alcun indizio su dove cercarle!"
Visibilmente scossa dalla rabbia, Alea inspirò profondamente per calmarsi prima di continuare.
"E se non fosse stato per me e i miei consigli, a quest'ora sareste tutti morti. Da quanto tempo fate gli avventurieri? Un mese? Non conoscete le basi del combattimento e non sapete nemmeno organizzarvi come gruppo, come potete pensare di affrontare sfide di questo genere?"
"A-abbiamo ottenuto le nostre gemme u-una s-settimana fa..." Rispose timidamente il piccolo mago.
"Una settimana..." Disse Alea portandosi una mano alla fronte e scuotendo il capo in segno di disappunto.
"Scommetto che non sapete nemmeno come funzionano le gemme di risonanza vero?"
I tre annuirono.
"Sappiamo che il numero di colori indica la potenza dell'utilizzatore e le diverse tecniche di combattimento che può utilizzare" Rispose il guerriero mostrando la sua gemma tricolore.
"Abbiamo tutti una gemma tricolore." Aggiunse. "In genere le persone ne hanno di monocromatiche o due colori, quindi noi siamo più forti, non è così?"
Alea sospirò profondamente e scosse il capo.
"Non sapete proprio nulla eh? Aprite bene le orecchie perché non ho intenzione di ripetermi!"
I giovani avventurieri si sedettero ed annuirono, ascoltando attentamente le parole della Bekku.
"Non suppongo sia possibile discuterne civilmente, vero?"
La statua non rispose, limitandosi ad attaccare nuovamente il gruppo con le sfere di energia.
Puntando la lancia al suolo e sfruttandola come asta per un salto altissimo, la Bekku schivò completamente l'attacco, che andò a schiantarsi al suolo alzando polvere e detriti.
"Tu con l'armatura pesante, tieni distratte le altre statue! Mago, prepara il tuo incantesimo più potente e scaglialo contro quella statua con lo scudo! E tu, mantieni in salute i tuoi compagni!" Gridò ancora in aria, puntando la sua lancia verso la statua e piombandosi in picchiata su di essa.
"E a te ci penso io..."
Un'intensa energia si concentrò sulla punta della lancia, trascinandosi appresso una scia di mana e scintille, creando l'illusione di petali di ciliegio.
L'impatto fu tremendo, l'onda d'urto spazzò via la polvere ed i detriti nel raggio di un paio di metri.
La statua trafitta dalla lancia rimase immobile per quella che sembrò un'eternità, poi lentamente voltò il busto verso Alea, allungando un braccio ad indicarla.
"Tu... non dovresti... essere qui... Alea..."
Lentamente il colore svanì, e la statua tornò nella sua forma granitica.
Gli avventurieri continuarono il loro combattimento ancora per diversi minuti.
Eseguendo i comandi che Alea impartiva loro riuscirono piano piano a sconfiggere i propri avversari.
Con le statue nuovamente in pietra, il cristallo smise di vibrare ed emettere energia, riacquistando l'originale colore azzurro.
Tutti i golem di sicurezza cessarono di funzionare, tornando ad essere semplici cumuli di roccia.
"Uff... alla fine ce l'abbiamo fatta, questo è stato senza dubbio il combattimento più duro che abbiamo affrontato" Il guerriero posò la pesante ascia bipenne al suolo utilizzandola come appoggio per riprendere fiato.
"U-un solo minuto in più e-e le mie riserve magiche si sarebbero esaurite. Siamo stati fortunati!" Il piccolo mago bianco si sedette per riposare.
"Hahaha! Ve l'avevo detto che sarebbe stato un gioco da ragazzi! Con i miei potenti incantesimi nessuno può batterci!"
Lo stregone si girò poi verso Alea, avvicinandosi a lei con fare spavaldo.
"Non c'è bisogno che ci ringrazi per averti salvata, per noi è stato un piacere, siamo degli Eroi dopotutto! Hahaha!"
Senza dire una parola Alea si fece avanti e alzando la mano tirò uno schiaffo al mago.
Gli altri due avventurieri guardarono la scena sbalorditi, mentre il mago portava le sue mani sul volto dove era stato colpito.
"Ma sei pazza? È così che ringrazi chi ti ha aiutata?" Gridò il mago infuriato.
"Aiutata? AIUTATA? TU non hai la più pallida idea di cosa avete combinato! Non ero mai stata così vicina al mio obiettivo e siete arrivati voi a rovinare tutto! Non ho avuto le risposte che cercavo ed ora non ho più nemmeno alcun indizio su dove cercarle!"
Visibilmente scossa dalla rabbia, Alea inspirò profondamente per calmarsi prima di continuare.
"E se non fosse stato per me e i miei consigli, a quest'ora sareste tutti morti. Da quanto tempo fate gli avventurieri? Un mese? Non conoscete le basi del combattimento e non sapete nemmeno organizzarvi come gruppo, come potete pensare di affrontare sfide di questo genere?"
"A-abbiamo ottenuto le nostre gemme u-una s-settimana fa..." Rispose timidamente il piccolo mago.
"Una settimana..." Disse Alea portandosi una mano alla fronte e scuotendo il capo in segno di disappunto.
"Scommetto che non sapete nemmeno come funzionano le gemme di risonanza vero?"
I tre annuirono.
"Sappiamo che il numero di colori indica la potenza dell'utilizzatore e le diverse tecniche di combattimento che può utilizzare" Rispose il guerriero mostrando la sua gemma tricolore.
"Abbiamo tutti una gemma tricolore." Aggiunse. "In genere le persone ne hanno di monocromatiche o due colori, quindi noi siamo più forti, non è così?"
Alea sospirò profondamente e scosse il capo.
"Non sapete proprio nulla eh? Aprite bene le orecchie perché non ho intenzione di ripetermi!"
I giovani avventurieri si sedettero ed annuirono, ascoltando attentamente le parole della Bekku.
venerdì 18 aprile 2014
Cronache di Leggende Perdute - IV
La fioca luce azzurra dei cristalli era tutto ciò che illuminava l'immenso sotterraneo.
Rovine di antichi palazzi e cumuli di macerie si estendevano a perdita d'occhio in quella enorme struttura sorretta da giganteschi pilastri in Cermet.
Gli ultimi resti dell'antica civiltà Ilbechin.
Un impero interamente fondato sulla magitecnologia.
La sua grandezza fu tale che per ben 3 ere regnò sul mondo intero, fino alla sua improvvisa estinzione.
Come una tale potenza potesse essere stata annientata da un giorno all'altro è un mistero che ancora oggi rimane da scoprire, e tutti gli studiosi di Thidin erano ancora alla ricerca di qualche indizio che potesse lasciar intendere cosa accadde.
Per quanto quelle rovine potessero essere affascinanti, Alea non poteva permettersi di perdere tempo curiosando in giro. Percepiva infatti la pericolosità di quel luogo, ed un qualsiasi passo falso avrebbe potuto significare problemi.
Il lungo selciato conduceva verso il centro della città, la zona più luminosa delle rovine, dove sicuramente si trovava il cristallo e possibilmente anche ciò di cui era alla ricerca.
"C'è qualcosa che non va. Possibile che non abbia ancora individuato alcuna trappola o nemico?" Pensò Alea parlando tra se e se.
Il cammino fino a quel punto era stato fin troppo semplice, come mai anche dopo essersi addentrati così tanto nelle rovine nessun meccanismo di difesa si era attivato?
Non si sentivano nemmeno suoni di battaglia in lontananza, nessun altro avventuriero era presente?
Alea continuò ad avanzare, ma più lentamente, cercando attentamente di percepire qualsiasi segno che potesse tradire la presenza di qualche nemico celato.
Improvvisamente la terra fu scossa, alcune tra le macerie più instabili crollarono sollevando nubi di polvere. La luce del cristallo in lontananza pulsò, emanando onde di energia per tutta la città.
Dai resti fatiscenti delle case mostri di terra e roccia presero vita.
I golem guardiani erano nuovamente attivi.
"Oh! Il comitato d'accoglienza... un po' in ritardo?" Disse Alea prendendo rapidamente la gemma di risonanza e levandola al cielo, mentre un golem si rianimava proprio davanti a lei.
Con un intenso bagliore, gli abiti di Alea mutarono.
La cappa color sabbia scomparve, assieme alle protezioni in pelle che prima indossava, sostituite da una candida armatura rifinita in oro, argento e blu.
Uno scudo ed una spada apparvero tra le sue mani, entrambi emettevano un'aura iridescente proprio come la gemma.
Senza farsi attendere, il Golem portò un primo attacco, che fu immediatamente bloccato dallo scudo, seguito da un veloce sgualembro che lasciò un profondo solco nel corpo roccioso del golem, tuttavia il costrutto non sembrò risentirne minimamente.
Continuando a parare e schivare gli attacchi, Alea riuscì a distanziarsi quanto bastava dal suo nemico, ed impugnando la spada con entrambe le mani caricò il golem. L'affondo trafisse il torso del costrutto, rompendo il cristallo nascosto all'interno.
Con un rapido balzo all'indietro la giovane Bekku si distanziò nuovamente dal golem che dimenandosi incontrollatamente cominciò a sgretolarsi fino a ritornare un semplice cumulo di macerie.
"E anche questa è fatta... spero di non incontrarne molti altri, non ho tutto questo tempo da perdere."
Alea riprese a camminare, facendo attenzione ad evitare tutti i costrutti che incontrava sul suo cammino, approfittando dei vari vicoli tra le costruzioni in rovina dove i golem non sarebbero potuti passare.
Tenere traccia del tempo era difficile non potendo vedere il cielo, ma erano sicuramente passate diverse ore dal suo ingresso nelle rovine, la zona centrale della città doveva ormai essere vicina.
Svoltando un ultimo angolo Alea raggiunse finalmente il centro della città.
Un'enorme piazza illuminata dal maestoso cristallo al suo centro mostrava ancora la magnificenza dell'impero Ilbechin. Quattro fontane ancora intatte anche se completamente asciutte ormai da millenni, indicavano i punti cardinali, e le statue su di esse rappresentavano i quattro reggenti dell'impero.
Alea esaminò le fontane una per una, tutte portavano una placca metallica, identiche in tutto e per tutto a quelle sul suo corpo.
I caratteri incisi raccontavano brevemente le vite dei reggenti, e di come grazie alla magitecnologia riuscirono a far prosperare l'Impero.
Tuttavia non trovò alcuna informazione inerente alla sua condizione o al suo passato.
"Beh, almeno ora so per certo che c'è un collegamento con l'antica Ilbechin..." disse sospirando profondamente.
Continuando a girare per la piazza in cerca di altri indizi, Alea si avvicinò al cristallo. Non fece tuttavia in tempo a raggiungerlo che la terra tremò nuovamente. Il cristallo vibrò fortemente, risonando all'interno della caverna ed emanando nuove onde di energia, questa volta però si tinse di rosso.
Rovine di antichi palazzi e cumuli di macerie si estendevano a perdita d'occhio in quella enorme struttura sorretta da giganteschi pilastri in Cermet.
Gli ultimi resti dell'antica civiltà Ilbechin.
Un impero interamente fondato sulla magitecnologia.
La sua grandezza fu tale che per ben 3 ere regnò sul mondo intero, fino alla sua improvvisa estinzione.
Come una tale potenza potesse essere stata annientata da un giorno all'altro è un mistero che ancora oggi rimane da scoprire, e tutti gli studiosi di Thidin erano ancora alla ricerca di qualche indizio che potesse lasciar intendere cosa accadde.
Per quanto quelle rovine potessero essere affascinanti, Alea non poteva permettersi di perdere tempo curiosando in giro. Percepiva infatti la pericolosità di quel luogo, ed un qualsiasi passo falso avrebbe potuto significare problemi.
Il lungo selciato conduceva verso il centro della città, la zona più luminosa delle rovine, dove sicuramente si trovava il cristallo e possibilmente anche ciò di cui era alla ricerca.
"C'è qualcosa che non va. Possibile che non abbia ancora individuato alcuna trappola o nemico?" Pensò Alea parlando tra se e se.
Il cammino fino a quel punto era stato fin troppo semplice, come mai anche dopo essersi addentrati così tanto nelle rovine nessun meccanismo di difesa si era attivato?
Non si sentivano nemmeno suoni di battaglia in lontananza, nessun altro avventuriero era presente?
Alea continuò ad avanzare, ma più lentamente, cercando attentamente di percepire qualsiasi segno che potesse tradire la presenza di qualche nemico celato.
Improvvisamente la terra fu scossa, alcune tra le macerie più instabili crollarono sollevando nubi di polvere. La luce del cristallo in lontananza pulsò, emanando onde di energia per tutta la città.
Dai resti fatiscenti delle case mostri di terra e roccia presero vita.
I golem guardiani erano nuovamente attivi.
"Oh! Il comitato d'accoglienza... un po' in ritardo?" Disse Alea prendendo rapidamente la gemma di risonanza e levandola al cielo, mentre un golem si rianimava proprio davanti a lei.
Con un intenso bagliore, gli abiti di Alea mutarono.
La cappa color sabbia scomparve, assieme alle protezioni in pelle che prima indossava, sostituite da una candida armatura rifinita in oro, argento e blu.
Uno scudo ed una spada apparvero tra le sue mani, entrambi emettevano un'aura iridescente proprio come la gemma.
Senza farsi attendere, il Golem portò un primo attacco, che fu immediatamente bloccato dallo scudo, seguito da un veloce sgualembro che lasciò un profondo solco nel corpo roccioso del golem, tuttavia il costrutto non sembrò risentirne minimamente.
Continuando a parare e schivare gli attacchi, Alea riuscì a distanziarsi quanto bastava dal suo nemico, ed impugnando la spada con entrambe le mani caricò il golem. L'affondo trafisse il torso del costrutto, rompendo il cristallo nascosto all'interno.
Con un rapido balzo all'indietro la giovane Bekku si distanziò nuovamente dal golem che dimenandosi incontrollatamente cominciò a sgretolarsi fino a ritornare un semplice cumulo di macerie.
"E anche questa è fatta... spero di non incontrarne molti altri, non ho tutto questo tempo da perdere."
Alea riprese a camminare, facendo attenzione ad evitare tutti i costrutti che incontrava sul suo cammino, approfittando dei vari vicoli tra le costruzioni in rovina dove i golem non sarebbero potuti passare.
Tenere traccia del tempo era difficile non potendo vedere il cielo, ma erano sicuramente passate diverse ore dal suo ingresso nelle rovine, la zona centrale della città doveva ormai essere vicina.
Svoltando un ultimo angolo Alea raggiunse finalmente il centro della città.
Un'enorme piazza illuminata dal maestoso cristallo al suo centro mostrava ancora la magnificenza dell'impero Ilbechin. Quattro fontane ancora intatte anche se completamente asciutte ormai da millenni, indicavano i punti cardinali, e le statue su di esse rappresentavano i quattro reggenti dell'impero.
Alea esaminò le fontane una per una, tutte portavano una placca metallica, identiche in tutto e per tutto a quelle sul suo corpo.
I caratteri incisi raccontavano brevemente le vite dei reggenti, e di come grazie alla magitecnologia riuscirono a far prosperare l'Impero.
Tuttavia non trovò alcuna informazione inerente alla sua condizione o al suo passato.
"Beh, almeno ora so per certo che c'è un collegamento con l'antica Ilbechin..." disse sospirando profondamente.
Continuando a girare per la piazza in cerca di altri indizi, Alea si avvicinò al cristallo. Non fece tuttavia in tempo a raggiungerlo che la terra tremò nuovamente. Il cristallo vibrò fortemente, risonando all'interno della caverna ed emanando nuove onde di energia, questa volta però si tinse di rosso.
martedì 8 aprile 2014
Cronache di Leggende Perdute - III
Le rovine di Thi'Saiuaela non erano molto distanti dalla città.
Di buon passo sarebbero bastati solo due giorni di cammino.
Tuttavia, la difficoltà maggiore sarebbe stata nel guadagnare l'accesso all'antica città. Solo agli utilizzatori delle gemme di risonanza era consentito accedere alle antiche rovine sparse in tutto il mondo, per via della loro pericolosità.
Sebbene Alea ne possedesse una, metterla in mostra non era tra le sue predilezioni a causa dell'unicità di quella gemma.
Arrivata nei pressi dei resti dell'antica città, fu d'obbligo una sosta al vicino campo delle forze dell'unione. Trattandosi di un luogo di estrema importanza, le forze alleate delle quattro nazioni presiedevano l'area, e l'accesso all'entrata era controllato costantemente, anche se in realtà si trovavano lì più per evitare che qualcosa uscisse anziché entrare.
Di buon passo sarebbero bastati solo due giorni di cammino.
Tuttavia, la difficoltà maggiore sarebbe stata nel guadagnare l'accesso all'antica città. Solo agli utilizzatori delle gemme di risonanza era consentito accedere alle antiche rovine sparse in tutto il mondo, per via della loro pericolosità.
Sebbene Alea ne possedesse una, metterla in mostra non era tra le sue predilezioni a causa dell'unicità di quella gemma.
Arrivata nei pressi dei resti dell'antica città, fu d'obbligo una sosta al vicino campo delle forze dell'unione. Trattandosi di un luogo di estrema importanza, le forze alleate delle quattro nazioni presiedevano l'area, e l'accesso all'entrata era controllato costantemente, anche se in realtà si trovavano lì più per evitare che qualcosa uscisse anziché entrare.
Un gruppo di avventurieri discuteva animatamente con i membri della guardia per l'ispezione delle gemme.
Trattandosi di un sito molto pericoloso, solo i possessori di gemme con tre o più colori erano autorizzati ad accedere e ognuno di se poteva portare uno o più compagni a seconda di quanto fosse potente il cristallo.
"Spiacente, ma lei non può passare, con una gemma monocromatica rischierebbe solo la vita."
Disse la guardia fermando l'ultimo membro del gruppo.
"Ma come? Sono l'unico con capacità di guarigione tra loro, come possono fare senza di me?"
"Ci dispiace, ma è troppo pericoloso. Nessuno del vostro gruppo ha una gemma di risonanza che possa permettere l'accesso di un membro aggiuntivo, il tuo capogruppo ha già l'altro ragazzo sotto la sua responsabilità, e con una gemma tricolore non può permettersi di portare qualcun altro."
Con non poco disappunto, gli avventurieri lasciarono il posto e si diressero altrove, probabilmente verso altre rovine più accessibili.
"Sono davvero così pericolose queste rovine?" Chiese Alea alla guardia.
"Sembrerebbe proprio di si, da quando sono state scoperte, numerosi avventurieri hanno tentato di raggiungere la zona centrale, dove si dice sia presente uno tra i più grandi cristalli esistenti al mondo.Tuttavia nessuno di quei gruppi è mai tornato. Il posto pullula di mostri e ci sono innumerevoli trappole magiche, il più delle persone esce pochi minuti dopo l'ingresso e non sempre sono così fortunati da uscire interi."
"Capisco. A quanto pare non sarà semplice come speravo."
"Oh, sei qui per entrare nelle rovine anche tu?" Chiese scrutando attentamente Alea.
Trattandosi di un sito molto pericoloso, solo i possessori di gemme con tre o più colori erano autorizzati ad accedere e ognuno di se poteva portare uno o più compagni a seconda di quanto fosse potente il cristallo.
"Spiacente, ma lei non può passare, con una gemma monocromatica rischierebbe solo la vita."
Disse la guardia fermando l'ultimo membro del gruppo.
"Ma come? Sono l'unico con capacità di guarigione tra loro, come possono fare senza di me?"
"Ci dispiace, ma è troppo pericoloso. Nessuno del vostro gruppo ha una gemma di risonanza che possa permettere l'accesso di un membro aggiuntivo, il tuo capogruppo ha già l'altro ragazzo sotto la sua responsabilità, e con una gemma tricolore non può permettersi di portare qualcun altro."
Con non poco disappunto, gli avventurieri lasciarono il posto e si diressero altrove, probabilmente verso altre rovine più accessibili.
"Sono davvero così pericolose queste rovine?" Chiese Alea alla guardia.
"Sembrerebbe proprio di si, da quando sono state scoperte, numerosi avventurieri hanno tentato di raggiungere la zona centrale, dove si dice sia presente uno tra i più grandi cristalli esistenti al mondo.Tuttavia nessuno di quei gruppi è mai tornato. Il posto pullula di mostri e ci sono innumerevoli trappole magiche, il più delle persone esce pochi minuti dopo l'ingresso e non sempre sono così fortunati da uscire interi."
"Capisco. A quanto pare non sarà semplice come speravo."
"Oh, sei qui per entrare nelle rovine anche tu?" Chiese scrutando attentamente Alea.
"Scusa se te lo dico, ma a guardarti non sembreresti una persona adatta al combattimento. Comunque sia, sarà la tua gemma a mostrare quanto vali."
"È proprio necessario? Non mi piace mostrare quell'arnese in giro..."
"Che c'è? Non hai fiducia nelle tue capacità? Non preoccuparti, nessuno ti deriderà anche se la tua gemma è monocromatica. Il solo fatto di possederne una ti rende speciale. Anche se non forte come i membri della Guardia!"
Sospirando profondamente, Alea prese la gemma indossata come ciondolo e nascosta dalle vesti.
Quando aprì la mano un intenso bagliore quasi accecò i guardiani, per poi rimanere come uno scintillio sulla superficie iridescente del cristallo.
"N-non è possibile!" Gridò uno dei guardiani.
"Una gemma iridescente? L'unica mai vista prima è custodita a Pamai, sotto il controllo della guardia Reale!"
Con un altro sospiro Alea ripose la gemma sotto i vestiti.
"Ora posso passare?"
Le guardie si guardarono sbigottite, poi senza proferire parola annuirono.
Alea attraversò la barriera magica a protezione delle rovine, scendendo le scale che portavano all'antica città sotterranea di Thi'Saiuaela.
Con un altro sospiro Alea ripose la gemma sotto i vestiti.
"Ora posso passare?"
Le guardie si guardarono sbigottite, poi senza proferire parola annuirono.
Alea attraversò la barriera magica a protezione delle rovine, scendendo le scale che portavano all'antica città sotterranea di Thi'Saiuaela.
domenica 30 marzo 2014
Cronache di Leggende Perdute - II
"È impossibile! Come potevano sapere dove sarebbe stata recapitata la matrice?" L'enorme Sthula camminava nervosamente avanti e indietro nella locanda.
"Ci deve essere una spia nell'organizzazione, non ci sono altre spiegazioni!" Disse ad alta voce, erano ormai parecchi minuti che continuava a ripetersi.
"Mi dispiace davvero per ciò che è accaduto, ma visto che comunque il ladro ha restituito l'oggetto, e che erano chiaramente interessati a me... perché continuare a preoccuparsene?"
Il pacchetto contenente la matrice era infatti stato lasciato su una delle casse accostate al muro dove l'uomo incappucciato era scomparso, insieme ad un pezzo di pergamena con un messaggio stranamente rivolto ad Alea: "Oggi hai dimostrato di essere un elemento capace, Bekku. Troverai ciò che cerchi nelle rovine di Thi'Saiuaela".
"Hai ragione." Asserì lo Sthula.
Dopo essersi seduto al tavolo, aprì il pacchetto per accertarsi che la matrice fosse ancora intatta.
A prima vista sembrava una comune lamina metallica, ma muovendola il riflesso della luce su di essa rivelava dei caratteri impressi lievemente sulla superficie, impercettibili al tatto.
"Ah! Per fortuna è intatta, questa piccola scheda è estremamente importante per le nostre ricerche. Studiandola potremo capire come questi simboli incomprensibili siano stati applicati sul metallo, e se riuscissimo a riprodurre il sistema, saremmo la prima compagnia al mondo a produrre oggetti anti-contraffazione senza dover fare affidamento alla magia!"
Alea non stava però prestando ascolto alle parole del suo interlocutore, la matrice aveva catturato la sua attenzione.
Dopotutto conosceva già quei caratteri.
"Ti spiace?" Chiese Alea agguantando velocemente la matrice per osservarla più da vicino.
"Ma cosa fai! Sta attenta!" Gridò lo Sthula sorpreso e preoccupato al tempo stesso.
"...timento... blocco sistema m... ...bazione. No, nulla, è incomprensibile e come se non bastasse è solo una parte."
Alea lanciò letteralmente la scheda allo Sthula che la colse al volo con non poca difficoltà.
"Ma sei pazza? E se si fosse rotta? E cosa stavi dicendo?"
"Quelle cose non si rompono così facilmente, potrebbe passarci sopra una mandria di Khuaai e non si graffierebbe nemmeno"
Rispose Alea con tono scocciato, alzandosi dalla sedia per dirigersi verso l'uscita della locanda.
"Dove stai andando?"
"Dove mi pare. Il mio lavoro qui è finito, ho consegnato l'oggetto come pattuito e vi ho anche fatto il favore di recuperarlo dopo il furto subito. Non ho intenzione di restare qui più del necessario."
Alzando la mano in saluto senza neanche voltarsi, Alea varcò la porta uscendo dalla locanda.
Era ormai calato il sole e viaggiare di notte, sebbene non fosse un problema per la sua vista crepuscolare, non era una delle esperienze più piacevoli da fare nel deserto.
Alea puntò quindi verso la vicina sede della Gilda degli Avventurieri, dove avrebbe trovato un pasto caldo e un letto per la notte.
Nella sua stanza Alea potè finalmente rilassarsi un po'.
Lanciò la cappa su una sedia e rimosse l'armatura in cuoio riponendola con cura sul piccolo tavolo. Non potè fare a meno di osservarsi allo specchio prima di entrare nella doccia.
Non sarebbe mai riuscita ad abituarsi alla vista di quelle piccole placche metalliche sui suoi fianchi, che si fondevano con la pelle in parte integrante del suo corpo. Piccoli caratteri incisi su di esse, identici a quelli della matrice. Gli stessi che erano anche impressi sulla banda metallica che divideva esattamente a metà la sua coda.
"Un giorno riuscirò a scoprire chi sono" disse sospirando mentre entrava nella doccia.
Il giorno seguente arrivò in fretta. Dopo aver depositato parte del guadagno nella cassaforte della gilda, Alea si incamminò verso il deserto, destinazione le rovine di Thi'Saiuaela.
"Ci deve essere una spia nell'organizzazione, non ci sono altre spiegazioni!" Disse ad alta voce, erano ormai parecchi minuti che continuava a ripetersi.
"Mi dispiace davvero per ciò che è accaduto, ma visto che comunque il ladro ha restituito l'oggetto, e che erano chiaramente interessati a me... perché continuare a preoccuparsene?"
Il pacchetto contenente la matrice era infatti stato lasciato su una delle casse accostate al muro dove l'uomo incappucciato era scomparso, insieme ad un pezzo di pergamena con un messaggio stranamente rivolto ad Alea: "Oggi hai dimostrato di essere un elemento capace, Bekku. Troverai ciò che cerchi nelle rovine di Thi'Saiuaela".
"Hai ragione." Asserì lo Sthula.
Dopo essersi seduto al tavolo, aprì il pacchetto per accertarsi che la matrice fosse ancora intatta.
A prima vista sembrava una comune lamina metallica, ma muovendola il riflesso della luce su di essa rivelava dei caratteri impressi lievemente sulla superficie, impercettibili al tatto.
"Ah! Per fortuna è intatta, questa piccola scheda è estremamente importante per le nostre ricerche. Studiandola potremo capire come questi simboli incomprensibili siano stati applicati sul metallo, e se riuscissimo a riprodurre il sistema, saremmo la prima compagnia al mondo a produrre oggetti anti-contraffazione senza dover fare affidamento alla magia!"
Alea non stava però prestando ascolto alle parole del suo interlocutore, la matrice aveva catturato la sua attenzione.
Dopotutto conosceva già quei caratteri.
"Ti spiace?" Chiese Alea agguantando velocemente la matrice per osservarla più da vicino.
"Ma cosa fai! Sta attenta!" Gridò lo Sthula sorpreso e preoccupato al tempo stesso.
"...timento... blocco sistema m... ...bazione. No, nulla, è incomprensibile e come se non bastasse è solo una parte."
Alea lanciò letteralmente la scheda allo Sthula che la colse al volo con non poca difficoltà.
"Ma sei pazza? E se si fosse rotta? E cosa stavi dicendo?"
"Quelle cose non si rompono così facilmente, potrebbe passarci sopra una mandria di Khuaai e non si graffierebbe nemmeno"
Rispose Alea con tono scocciato, alzandosi dalla sedia per dirigersi verso l'uscita della locanda.
"Dove stai andando?"
"Dove mi pare. Il mio lavoro qui è finito, ho consegnato l'oggetto come pattuito e vi ho anche fatto il favore di recuperarlo dopo il furto subito. Non ho intenzione di restare qui più del necessario."
Alzando la mano in saluto senza neanche voltarsi, Alea varcò la porta uscendo dalla locanda.
Era ormai calato il sole e viaggiare di notte, sebbene non fosse un problema per la sua vista crepuscolare, non era una delle esperienze più piacevoli da fare nel deserto.
Alea puntò quindi verso la vicina sede della Gilda degli Avventurieri, dove avrebbe trovato un pasto caldo e un letto per la notte.
Nella sua stanza Alea potè finalmente rilassarsi un po'.
Lanciò la cappa su una sedia e rimosse l'armatura in cuoio riponendola con cura sul piccolo tavolo. Non potè fare a meno di osservarsi allo specchio prima di entrare nella doccia.
Non sarebbe mai riuscita ad abituarsi alla vista di quelle piccole placche metalliche sui suoi fianchi, che si fondevano con la pelle in parte integrante del suo corpo. Piccoli caratteri incisi su di esse, identici a quelli della matrice. Gli stessi che erano anche impressi sulla banda metallica che divideva esattamente a metà la sua coda.
"Un giorno riuscirò a scoprire chi sono" disse sospirando mentre entrava nella doccia.
Il giorno seguente arrivò in fretta. Dopo aver depositato parte del guadagno nella cassaforte della gilda, Alea si incamminò verso il deserto, destinazione le rovine di Thi'Saiuaela.
mercoledì 26 marzo 2014
Progetto Cronache di Leggende Perdute - I
Il fuoco del falò era ormai spento, solo qualche tizzone ancora ardente rimaneva in mezzo alla cenere.
Dopo aver finito di impacchettare il giaciglio da viaggio, Alea versò quel che rimaneva nella borraccia per spegnere le braci.
Si stiracchiò per scrollare la sonnolenza di dosso, con la lunga coda tesa fin quasi a toccare il suolo. Le sue orecchie si contrassero rapidamente, le accarezzò delicatamente mettendo gli orecchini di crisoberillo, uno dorato e l'altro argenteo come i suoi occhi, prima di indossare la cappa color sabbia che la copriva da testa a piedi, facendola sembrare più grande di quanto non fosse e nascondendo il suo fisico atletico, per proteggersi dai raggi del sole.
La città era ormai vicina, ancora un paio d'ore di cammino e la sua destinazione sarebbe stata in vista.
Raccolto lo zaino, Alea si fermò all'oasi per riempire la borraccia per poi riprendere il cammino.
"Non so perchè abbia accettato questo lavoro, mi sembra solo di star sprecando il mio tempo." Pensò ad alta voce.
Tuttavia le sue ricerche non potevano proseguire senza fondi, e quel semplice lavoro di consegna era incredibilmente remunerativo. Cosa che diede non poco da pensare, dieci giorni di viaggio per consegnare un piccolo pacchettino anonimo e dal contenuto ignoto, nessun incontro imprevisto e nulla che lasciasse presagire alcuna difficoltà.
Malkia'Wa era in vista. Le grandiose mura che proteggevano la popolazione da qualsiasi aggressione esterna e dalle frequenti tempeste di sabbia non potevano passare inosservate. La strada battuta sull'arido terreno era adornata da fiaccole che arrivavano fino ai solidi cancelli in oricalco, costantemente pattugliati dalla guardia cittadina.
Alea potè finalmente rilassarsi. Raggiunto il cancello principale dove fu fermata per i controlli di rito, varcò la soglia ritrovandosi finalmente a destinazione.
Senza fermarsi neanche un momento, si diresse immediatamente al punto di incontro pattuito. Malkia'Wa era un posto ormai familiare, non era la prima volta che la visitava, né sarebbe stata l'ultima.
La configurazione circolare inoltre, rendeva la navigazione per le strade estremamente semplice.
La locanda era gremita di popolani ed avventurieri come al solito, ma individuare il suo contatto non fu per nulla difficile grazie alla sua vista sviluppata e al fatto che gli Sthula non fossero esattamente minuti, questo poi era anche vestito con una tunica di un rosso sgargiante che difficilmente passava inosservata.
Dopo aver finito di impacchettare il giaciglio da viaggio, Alea versò quel che rimaneva nella borraccia per spegnere le braci.
Si stiracchiò per scrollare la sonnolenza di dosso, con la lunga coda tesa fin quasi a toccare il suolo. Le sue orecchie si contrassero rapidamente, le accarezzò delicatamente mettendo gli orecchini di crisoberillo, uno dorato e l'altro argenteo come i suoi occhi, prima di indossare la cappa color sabbia che la copriva da testa a piedi, facendola sembrare più grande di quanto non fosse e nascondendo il suo fisico atletico, per proteggersi dai raggi del sole.
La città era ormai vicina, ancora un paio d'ore di cammino e la sua destinazione sarebbe stata in vista.
Raccolto lo zaino, Alea si fermò all'oasi per riempire la borraccia per poi riprendere il cammino.
"Non so perchè abbia accettato questo lavoro, mi sembra solo di star sprecando il mio tempo." Pensò ad alta voce.
Tuttavia le sue ricerche non potevano proseguire senza fondi, e quel semplice lavoro di consegna era incredibilmente remunerativo. Cosa che diede non poco da pensare, dieci giorni di viaggio per consegnare un piccolo pacchettino anonimo e dal contenuto ignoto, nessun incontro imprevisto e nulla che lasciasse presagire alcuna difficoltà.
Malkia'Wa era in vista. Le grandiose mura che proteggevano la popolazione da qualsiasi aggressione esterna e dalle frequenti tempeste di sabbia non potevano passare inosservate. La strada battuta sull'arido terreno era adornata da fiaccole che arrivavano fino ai solidi cancelli in oricalco, costantemente pattugliati dalla guardia cittadina.
Alea potè finalmente rilassarsi. Raggiunto il cancello principale dove fu fermata per i controlli di rito, varcò la soglia ritrovandosi finalmente a destinazione.
Senza fermarsi neanche un momento, si diresse immediatamente al punto di incontro pattuito. Malkia'Wa era un posto ormai familiare, non era la prima volta che la visitava, né sarebbe stata l'ultima.
La configurazione circolare inoltre, rendeva la navigazione per le strade estremamente semplice.
La locanda era gremita di popolani ed avventurieri come al solito, ma individuare il suo contatto non fu per nulla difficile grazie alla sua vista sviluppata e al fatto che gli Sthula non fossero esattamente minuti, questo poi era anche vestito con una tunica di un rosso sgargiante che difficilmente passava inosservata.
"Il sole del crepuscolo non è mai stato così brillante, vero?"
"Oh, ma la luna dell'alba lo farà impallidire."
"Questo è il pacchetto che attendevate, in perfette condizioni."
"Molte grazie. Con questo sarà ora possibile continuare il nostro lavoro. Ecco qua, 2500 Seyt come pattuito."
Alea non fece in tempo a prendere il sacchetto col denaro che improvvisamente un uomo volò addosso allo Sthula, facendolo cadere insieme ai soldi e al pacchetto appena consegnato.
"Ne hai avute abbastanza lurido imbroglione?"
Tuonò un corpulento omaccione, affiancato da altri tue tipi loschi.
L'uomo si rialzò barcollando un po' e mentre si puliva bocca dal sangue col dorso della mano fu raggiunto da altre tre persone.
"Heh! Tutto qui quello che sai fare, palla di lardo?"
"Qui si mette male..." disse Alea mentre aiutava il suo interlocutore a rialzarsi.
"No! È un disastro! La matrice è scomparsa!" Strillò lo Sthula non appena rialzatosi.
"Ho visto un tipo incappucciato raccoglierla da terra... eccolo laggiù!"
Alea voltò lo sguardo verso il punto indicato, dall'altro lato della locanda.
Senza perdere tempo cercò di dirigersi verso la figura incappucciata, ma la strada le fu sbarrata dai brutti ceffi che avevno scatenato la rissa.
"Spiacente gattina, siamo stati pagati per intrattenere chiunque cerchi di interferire con il nostro amico laggiù. Che ne diresti invece di giocare un po' con noi?"
L'uomo sbottò in una risata sguaiata, tentando immediatamente di prendere Alea dalla spalla.
Un goffo tentativo tuttavia, spostandosi agilmente di lato,e con un pugno fulmineo all'altezza dei reni, Alea lo fece crollare al suolo.
"Qualcun altro ha intenzione di farmi perdere tempo?"
Chiese agli altri assalitori, fissandoli con i suoi occhi di fuoco e ghiaccio.
Tre di loro, non curanti della minaccia si lanciarono all'attacco in contemporanea, mentre la folla si scansava accerchiandoli per osservare la scena, ma i loro pugni andarono a vuoto.
Con un rapido balzo, Alea li raggirò, e con passi veloci ed aggraziati, come se stesse danzando, li colpì uno per uno, con pugni rapidi e precisi, lasciandoli ansimanti al suolo.
I restanti assalitori scapparono a gambe levate e la folla nella locanda impazzì, acclamando e complimentando l'abilità della Bekku, che comunque senza perder tempo corse verso l'uscita sul lato opposto del locale.
Guardandosi rapidamente intorno, individuò un lembo del nero mantello del fuggitivo sparire dietro l'angolo del vicolo.
Correndo a più non posso, cercò di raggiungere la figura incappucciata, ma non appena voltato l'angolo, trovò davanti a se solo un muro, del fuggitivo non vi era alcuna traccia.
"Oh, ma la luna dell'alba lo farà impallidire."
"Questo è il pacchetto che attendevate, in perfette condizioni."
"Molte grazie. Con questo sarà ora possibile continuare il nostro lavoro. Ecco qua, 2500 Seyt come pattuito."
Alea non fece in tempo a prendere il sacchetto col denaro che improvvisamente un uomo volò addosso allo Sthula, facendolo cadere insieme ai soldi e al pacchetto appena consegnato.
"Ne hai avute abbastanza lurido imbroglione?"
Tuonò un corpulento omaccione, affiancato da altri tue tipi loschi.
L'uomo si rialzò barcollando un po' e mentre si puliva bocca dal sangue col dorso della mano fu raggiunto da altre tre persone.
"Heh! Tutto qui quello che sai fare, palla di lardo?"
"Qui si mette male..." disse Alea mentre aiutava il suo interlocutore a rialzarsi.
"No! È un disastro! La matrice è scomparsa!" Strillò lo Sthula non appena rialzatosi.
"Ho visto un tipo incappucciato raccoglierla da terra... eccolo laggiù!"
Alea voltò lo sguardo verso il punto indicato, dall'altro lato della locanda.
Senza perdere tempo cercò di dirigersi verso la figura incappucciata, ma la strada le fu sbarrata dai brutti ceffi che avevno scatenato la rissa.
"Spiacente gattina, siamo stati pagati per intrattenere chiunque cerchi di interferire con il nostro amico laggiù. Che ne diresti invece di giocare un po' con noi?"
L'uomo sbottò in una risata sguaiata, tentando immediatamente di prendere Alea dalla spalla.
Un goffo tentativo tuttavia, spostandosi agilmente di lato,e con un pugno fulmineo all'altezza dei reni, Alea lo fece crollare al suolo.
"Qualcun altro ha intenzione di farmi perdere tempo?"
Chiese agli altri assalitori, fissandoli con i suoi occhi di fuoco e ghiaccio.
Tre di loro, non curanti della minaccia si lanciarono all'attacco in contemporanea, mentre la folla si scansava accerchiandoli per osservare la scena, ma i loro pugni andarono a vuoto.
Con un rapido balzo, Alea li raggirò, e con passi veloci ed aggraziati, come se stesse danzando, li colpì uno per uno, con pugni rapidi e precisi, lasciandoli ansimanti al suolo.
I restanti assalitori scapparono a gambe levate e la folla nella locanda impazzì, acclamando e complimentando l'abilità della Bekku, che comunque senza perder tempo corse verso l'uscita sul lato opposto del locale.
Guardandosi rapidamente intorno, individuò un lembo del nero mantello del fuggitivo sparire dietro l'angolo del vicolo.
Correndo a più non posso, cercò di raggiungere la figura incappucciata, ma non appena voltato l'angolo, trovò davanti a se solo un muro, del fuggitivo non vi era alcuna traccia.
mercoledì 5 giugno 2013
Segnali - Signals
Sulle soglie del bosco, nulla sento se non il lamento del vento, voci di guerra trasportate dalle foglie morenti, e il silenzio più acuto... goccia di rugiada che cade nel giallo bagliore delle acque... L'albero Morente.
On the threshold of the woods, nothing i hear but the wailing of the wind, rumors of war brought by the falling leaves, and the shriller silence... dew drop falling in the yellow glare of the water... The dying Tree.
On the threshold of the woods, nothing i hear but the wailing of the wind, rumors of war brought by the falling leaves, and the shriller silence... dew drop falling in the yellow glare of the water... The dying Tree.
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