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domenica 26 aprile 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXXI

Senza perdere la calma, Alea si preparò ad affrontare il pericolo imminente.
Il rumore era sempre più vicino e la Bekku ancora non riusciva a scorgere nulla. Poi improvvisamente il fruscio si fermò.
Alea rimase immobile, con le orecchie puntate nella direzione in cui il rumore si era estinto, cercando di captare qualsiasi suono. Solo il frinire delle cicale spezzava il profondo silenzio della pianura.
Passarono diversi minuti, senza che nulla accadesse, tuttavia la sensazione di pericolo non abbandonò la Bekku, che lentamente estrasse dal fodero sulla cinta un piccolo pugnale da caccia, pronta a difendersi.
L'erba cominciò nuovamente ad agitarsi, qualsiasi cosa vi fosse nascosta era stata allertata dal riflesso della luce sulla lama.
La creatura scattò all'attacco, lanciandosi su di Alea in un balzo fulmineo.
La Bekku riuscì a malapena a schivare l'assalto, la bestia si mosse fulminea, impedendole di distinguerne le caratteristiche. 
Senza perdersi d'animo, Alea si voltò pronta a contrattaccare, ma ciò che vide la lasciò di stucco.
Di fronte a lei infatti, la piccola figura rimaneva immobile a pochi passi dalla tenda, nonostante ciò, i suoi contorni non erano ben definiti.
Come avvolta dalla nebbia, la creatura era sfocata, il che rendeva impossibile capire di cosa si trattasse.
Nei suoi lunghi viaggi la Bekku non aveva mai osservato una cosa simile. Solo la coda dell'anmale sembrava non essere alterata da quello strano effetto ottico.
Sfruttando quel breve momento di distrazione, la bestia sferrò un nuovo attacco, colpendo Alea in pieno petto, facendola cadere al suolo.
"Dannazione!"
Rotolando su se stessa riuscì appena in tempo a schivare un nuovo assalto per poi rialzarsi velocemente.
"Non ti permetterò di rifarlo." Disse preparandosi ad intercettare il colpo.
L'animale si scagliò nuovamente su di lei, ma questa volta non riuscì a colpirla. La Bekku rispose con un colpo ben mirato, tuttavia l'effetto di distorsione non le consentì di centrare il suo bersaglio, sfiorandolo solamente con la lama.
La piccola creatura ferita si fermò vicino al falò, emettendo un acuto stridio prima di allontanarsi  scappando nel buio profondo.
Alea rimase sull'attenti, ascoltando il fruscio allontanarsi fino a sparire in lontanaza. Il pericolo era cessato.
Rinfoderando il pugnale, tornò alla tenda e si sedette, cercando di rilassarsi un po'. Portò la mano al petto dove era stata colpita, parte dell'armatura era stata lacerata.
"Se non avessi avuto questa addosso probabilmente non mi sarei più rialzata." Pensò, ed il suo sguardo cadde nuovamente sul ciondolo che le pendeva dal collo.
La gemma, priva di vita, sembrava solo un cristallo di quarzo bianco.
"Che diamine è successo? Perché non funziona più?" Un mare di domande affollavano la mente di Alea.
Nonostante la gemma fosse morta infatti, riusciva ancora a mantenere il controllo su se stessa.
"Eppure quando una gemma muore, il proprietario diventa un vegetale. Senza la propria anima non si può vivere..."
Un lieve bagliore proveniente dallo zaino colpì la sua attenzione. Avvicinandosi per guardare meglio, Alea scorse il frammento cristallino dell'arma emettere una lieve luce.
Prese quell'elsa di cristallo e la osservò con attenzione, ma oltre a quello scintillio non notò nulla di diverso dal solito.
"Oggi deve essere la giornata delle stranezze. Meglio dormirci su, domani al villaggio cercherò di capirci qualcosa." E così dicendo si stese nella tenda per riposare.

sabato 18 aprile 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXX

"...tto bene? ... senti?"
Quelle parole echeggiavano nella sua mente, rimbombando come in una grande stanza vuota.
"Che... Cosa?" Disse riaprendo gli occhi.
La luce era troppo forte e non riusciva a vedere nitidamente, ogni cosa era sfocata ed irriconoscibile.
"Stai bene? Mi senti? Riesci a capire quello che dico?"
C'era qualcuno di fianco a lei, anche se non riusciva a riconoscere quella voce.
"D-dove sono? Chi sei?"
"Oh, per l'amore degli Dei, sta bene! Riesci ad alzarti?"
Alea provò a muoversi, tutto il suo corpo doleva e sembrava molto più pesante di quanto non ricordasse.
Sì guardò intorno, una immensa e sconfinata pianura si estendeva a perdita d'occhio.
"Che posto è questo? Mi trovavo a Kadala Nadara, c'era l'ammiraglio... poi ho perso i sensi e non ricordo più niente..."
"Kadalache? Ammiraglio? Non so di cosa tu stia parlando, ma evidentemente hai sbattuo la testa da qualche parte." Disse il ragazzo inginocchiato di fianco a lei.
"Questa è la pianura di Ubralo, a dieci giorni di cammino dal villaggio di Sop'el."
La Bekku non aveva mai sentito parlare né della pianura, né di quel villaggio, tuttavia non poteva rimanere nel bel mezzo del nulla. Decise quindi di tentare di raggiungere il piccolo borgo, nella speranza di trovare qualche informazione su come tornare alla città marittima.
Dopo essersi fatta indicare la direzione in cui incamminarsi, Alea si congedò dal giovane e si incamminò.
Addosso aveva la sue vesti da viaggio che tuttavia le sembrarono meno confortevoli del solito e sentiva sulle sue spalle il peso dello zaino che le rallentava i movimenti.
Mise una mano in tasca e ne estrasse la scaglia di Jörmungandr. Il frammento brillava fiocamente tuttavia non sembrava puntare in nessun luogo particolare.
"Fortuna che avrebbe dovuto indicarmi la strada da seguire." Disse Alea scrollando le spalle.
Continuò il suo viaggio fino al tramontare, quando decise di accamparsi per la notte. Lasciò cadere lo zaino dalle spalle e si sedette a terra per riposare qualche minuto prima di iniziare a montare la tenda.
In quella enorme distesa verde si poteva sentire solo il fruscio dell'erba mossa dalla brezza. Il cielo, libero da nuovole, consentiva di vedere in ogni direzione. Il verde si estendeva in ogni dove senza mai accennare a terminare.
Dopo aver montato la tenda Alea accese un piccolo fuoco e prendendo una striscia di carne essiccata dalla bisaccia, si accomodò per mangiare.
Le sue orecchie scattarono improvvisamente sull'attenti. Uno strano suono proveniva dalle vicinanze.
Si voltò in direzione del rumore, ma nonostante la sua vista non riuscì a notare nulla.
Per precauzione decise di evocare la sua spada, tuttavia non accadde nulla. Istintivamente portò la mano al ciondolo, togliendolo da sotto le vesti. Solo allora si accorse che la gemma di risonanza era spenta.

domenica 12 aprile 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXVIV

La luce emanata dai simboli sulle placche metalliche di Alea si fece mano a mano più intensa.
Fasci luminosi iniziarono a diramarsi per tutto il suo corpo finché la Bekku non cominciò a levitare a pochi centimetri dal letto sul quale prima era sdraiata.
Anche la sua gemma iniziò a fluttuare e emanare luce, roteando vorticosamente su se stessa, fino ad espellere i frammenti dell'arma che aveva accumulato fino a quel momento.
Le pietre reagirono all'energia emanata dal corpo di Alea, avvicinandosi a lei come attratti da una forza magnetica e vorticandole intorno si fusero insieme, tramutandosi nell'elsa di una spada.
La luce diminuì lentamente, ed Alea ricadde sul letto esausta.
"Co... Cosa è successo? Cos'era quella luce?" Chiese Lailah.
"Non c'è tempo per spiegare! Il sigillo si sta indebolendo, dobbiamo uscire da qui ed in fretta! Fa evacuare l'edificio!"
Le due Bekku corsero fuori dalla stanza, avvisando le guardie del palazzo affinché venisse vacato nel più breve tempo possibile.
Era notte fonda ed il trambusto causato dalla fuga destò quasi tutta la città. La maggior parte degli abitanti si radunò nella piazza centrale.
Nel caos generale, mentre la guardia tentava di riportare la calma, il vento si alzò minaccioso, trasportando con se pesanti nuvole violacee.
"Una tempesta eterica!" Gridò l'Ammiraglio.
"Presto! Portate tutti fuori dalla città! Non c'è tempo da perdere!"
Fulmini viola s'infransero sulla barriera generata dal cristallo, dando vita ad una cascata di scintille che si infransero sui tetti delle costruzioni sottostanti.
"La barriera non reggerà a lungo, sbrigatevi!" Urlò Echter.
"Alea è ancora la dentro! Qualcuno deve aiutarla!" Disse Lailah cercando di tornare indietro.
"Ammiraglio no!" L'uomo la fermò afferrandola per un braccio e trascinandola via. "Non le permetterò di rischiare la sua vita così!"
Un raggio di luce fuoriuscì dalla finestra della stanza nella quale si trovava la Bekku, tagliando le fitte nubi che si erano venute a creare e lasciando uno squarcio nel cielo.
Il fascio scomparve dissolvendosi, seguito a breve da una forte esplosione che distrusse gran parte del palazzo amministrativo.
La tempesta si diradò lentamente, senza arrecare ulteriori danni, passarono tuttavia delle ore prima che fosse possibile rientrare a Kadala Nadara.
Della grande palazzina rimaneva in piedi solo una metà, il resto era stato distrutto dall'esplosione.
"Alea! Ci sei? Riesci a sentirmi?" Urlò Lailah sperando di percepire qualche segno della presenza della Bekku.
"Nessuno avrebbe potuto sopravvivere a quell'esplosione, e anche se fosse, ha mezzo palazzo addosso ora." Disse Echter.
"È ancora viva, se fosse morta io non potrei essere qua" Rispose Al.
"Beh, allora non c'è altra scelta." Leilah iniziò a spostare pezzi di muro, scavando tra le macerie. Il Guardiano scrollò le spalle arrendendosi all'ostinatezza della Bekku ed iniziò anche lui a spostare detriti.