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sabato 6 dicembre 2014

Cronache di Leggende Perdute - XXII

Il rumore dei soldati in marcia ed il chiacchiericcio destarono Alea dal suo sonno.
"Ungh! Che mal di testa atroce!"
La Bekku scostò i pesanti tendoni del carro per osservare all'esterno. La luce del sole al tramonto le colpì gli occhi, costringendola a pararsi con un braccio.
Appena abituata alla luminosità osservò attentamente il paesaggio. Il canyon era ormai lontano all'orizzonte, ed il deserto aveva lasciato il posto ad una verdeggiante pianura.
"Oh! Guardate un po' chi è tornata fra noi!" Il vocione di Yarost' era inconfondibile.
Urla di gioia, fischi ed applausi si levarono dal gruppo di mercenari.
"Ci hai fatto prendere un bello spavento. Al termine della battaglia ti abbiamo trovata a terra priva di sensi." Spiegò lo Sthula.
"Hai dormito per ben tre giorni, pensavamo non ti saresti più svegliata."
Il cuoco della carovana portò un lauto pasto che la Bekku divorò in poco tempo.
"L'appetito non le manca! Starà bene in fretta!" Disse l'uomo scoppiando in una fragorosa risata.
"Cosa è successo dopo la battaglia?" Chiese Alea.
"Abbiamo viaggiato tranquilli. Voci della sconfitta di Periya devono essere giunte agli altri clan, che hanno ben pensato di tenersi alla larga da noi." Rispose Yarost'.
"Non avrei mai pensato che esistessero degli avventurieri così forti, mi devo ricredere sul loro conto." Aggiunse annuendo col capo.
Alea sorrise e tornò a guardare il panorama.
"Manca poco ormai per Kadala Nadara, dovremmo arrivarci per domani, vero?"
"Sì, non dovremmo più incontrare ostacoli di alcun tipo. L'area in cui ci troviamo è sotto il controllo della Guardia."
Il resto del viaggio proseguì senza alcun intoppo, e lungo il tragitto si fu solo qualche sporadico incontro con la fauna locale.
L'alba arrivò in fretta e all'orizzonte era possibile scorgere il vasto oceano e Kadala Nadara, la città galleggiante.
Bastarono poche ore per giungere al lungo ponte che forniva da punto di accesso terrestre per la città sul mare. Il luogo pululava di mercanti e pescatori, piccole barche ed enormi pescherecci affollavano le acque, tutti intenti a lavorare e a portare a casa le ricchezze del mare.
Al uscì dalla gemma ed iniziò a correre per la spiaggia.
"Erano secoli che non vedevo il mare!" disse divertita.
"Secoli?" Chiese Yarost'.
"Oh, non farci caso, ogni tanto dice cose strane" Rispose Alea cambiando discorso.
La carovana percorse il lungo ponte che terminava ai cancelli della città.
Diversi membri armati della guardia ed un uomo in una pesantissima ma elegante armatura da cerimonia erano lì ad attendere il gruppo.
"Ben arrivati a Kadala Nadara, vi aspettavamo con ansia." Disse l'uomo, visibilmente alterato.
"Oh, saluti a te, Echter. Non mi aspettavo di ricevere il benvenuto dalla Guardia privata dell'Ammiraglio." Rispose lo Sthula con tono di sfida.
"Non sono qui per te ed il tuo gruppo di buoni a nulla, consegnate il vostro carico e sparite dalla mia vista!" Rispose adirato l'uomo.
"E per quale motivo ti saresti scomodato se non per infastidire me ed i miei uomini?"
"Sono qui per lei." Disse puntando il dito verso Alea.
"Per me?" Chiese la Bekku con aria sorpresa. "Cosa potrebbe volere un ufficiale da una semplice avventuriera?"
"Sono io che faccio le domande qui. Seguimi, l'Ammiraglio in persona vuole parlarti." Echter si voltò senza aggiungere altro e si incamminò verso l'interno della città.
Le guardie circondarono Alea, scortandola al seguito del loro superiore.
Il gruppo attraversò la città passando per la via principale, uomini e donne lasciarono il passo al capo della guardia e la scorta, fermandosi a guardare incuriositi. Non capitava tutti i giorni di assistere ad una scena simile.
Giunti di fronte al grande palazzo amministrativo, sito al centro preciso della cittadina, le guardie si fermarono.
"Non è bene che tu ti presenta all'Ammiraglio vestita con quegli stracci. Una volta al'interno del palazzo vedi di cambiarti e darti una lavata!"
"Diamine, ho viaggiato per oltre una settimana e combattuto contro orde di mostri, ti aspettavi che arrivassi profumata e fresca come una rosa?" Rispose seccata Alea.
"Attenta a come parli, Bekku. Mi ci vuole ben poco a farti chiudere in prigione e far buttare via la chiave della cella!" Rispose Echter prima di andarsene.
"Scommetto che non ha molti amici eh?" Chiese Alea ad una delle guardie che la scortavano, che si limitò tuttavia a portarla fino ad una stanza per gli ospiti del palazzo.
La camera era lussuosa e piena di tutti i comfort possibili. L'enorme letto a baldacchino era in ordine perfetto, il prestigioso armadio pieno di vestiti degni di una regina, la specchiera splendente e con i trucchi in bella mostra, uno scrittoio pronto con diversi tipi di carta da lettera e buste. La porta sul lato della stanza dava su un enorme bagno, la cui vasca era talmente grande da poter comodamente ospitare anche quattro persone.
"O beh, sarebbe scortese non approfittare di tanta cortesia." E senza perdere altro tempo, Alea tolse di dosso le vesti impolverate e si immerse nella calda acqua della vasca.
Il tepore sciolse i suoi muscoli, permettendole finalmente di rilassarsi.
"Ah, non ricordo l'ultima volta che ho fatto un bagno come si deve." Spese una buona mezz'ora in ammollo nella calda acqua, dopodiché si decise ad uscirne, arrivando di fronte all'armadio.
"Saranno anche vestiti di buona qualità, ma sono un po' troppo pomposi per i miei gusti."
Decise quindi di optare per un aspetto più sobrio ed adatto ad un incontro con le alte cariche militari, la sua armatura da cerimonia sarebbe andata benissimo.
Dopo essersi cambiata d'abito, uscì dalla stanza dove le guardie la aspettavano e si fece scortare fino al salone delle riunioni dove l'Ammiraglio la attendeva.

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