Il vecchio studioso proseguì con la sua spiegazione.
"Samuha è un pianeta vivo, ora però non immaginarlo come un immenso animale." Disse sorridendo.
Alea era invece sempre più confusa, non riusciva a comprendere come potesse trattarsi di un essere vivente.
"Vedo la perplessità sul tuo volto, ma non disperare, presto capirai." Il vecchio prese una pausa, fece cenno alla Bekku di seguirlo e si incamminò per l'atrio.
"Avrai sicuramente visto dei golem nei tuoi viaggi, giusto? Beh, puoi paragonare il nostro pianeta ad un golem, solo molto più grande, e a differenza delle marionette di terra, dotato di una volontà propria."
Camminando i due raggiunsero una teca notevolmente più grande delle altre, nella quale era presente una rappresentazione olografica del pianeta.
Sul globo fluttuante era possibile distinguere i continenti e le città stato, ma ciò che lo rendeva realmente sorprendente era la raffigurazione di tutti i cristalli maggiori. Onde di energia che attraversavano il pianeta mostravano le vie eteree che collegavano i cristalli tra di loro e che consentivano ai praticanti arcani di teletrasportarsi.
Alea osservò con interesse ed attenzione, finché non notò qualcosa di strano.
"Cos'è quella sfera pulsante al centro del pianeta?" Chiese puntando col dito al singolare fenomeno.
"Alcuni studiosi lo chiamano il Cuore di Samuha, eppure ad oggi, cosa sia in realtà nessuno l'ha scoperto. Solo una cosa è certa, tutto l'etere ha origine dal cuore, e tutto l'etere vi fa ritorno."
Il vecchio Teyvam rimase in silenzio, portando una mano al mento accarezzando la barbetta, visibilmente perso nei suoi pensieri.
"Tornando al discorso precedente." Disse Alea.
"Le gemme si formano per un desiderio dei cristalli, quindi Samuha cosa c'entra?"
"Ho ho ho, arguta osservazione ragazza. Vedi, nel corso di anni di studi si è scoperto che i cristalli reagiscono al mondo che li circonda tanto quanto qualsiasi altro essere vivente. In base all'ambiente in cui si trovano cambiano di forma e colore, ma non solo. Esistono infatti prove che i cristalli si siano anche spostati nel tempo, probabilmente perché non gradivano il loro luogo di origine." Il vecchio fece una breve pausa.
"I cristalli sono generati da Samuha, tramite l'etere, ed essi stessi sono esseri viventi. Non saprei dirti se funzionano come organi o se sono delle vere e proprie entità separate, sta di fatto che chiunque possegga una Gemma di risonanza ha avuto delle visioni che in un modo o nell'altro hanno cambiato il destino di questo mondo."
Voltandosi Evard mostrò nuovamente le teche con le gemme.
"Tutte queste gemme sono appartenuti a grandi eroi del passato e a tutte quelle persone che li hanno aiutati a compiere le imprese che ci hanno portati a questi giorni di pace."
"E con la loro scomparsa, anche la lucentezza delle gemme è andata perduta" Aggiunse Alea.
"Proprio così. Le anime contenute all'interno delle gemme sono tornate a Rohe."
Ripensando al suo inaspettato viaggio a Rohe, la Bekku non potè fare a meno di notare che comunque non aveva visto altre anime oltre alla sua.
"Hmm... probabilmente erano in qualche altro posto..."
"Come dici?" Chiese incuriosito il Teyvam.
"Oh, nulla, non ci faccia caso. Piuttosto, è vero che in questo museo c'è una gemma iridescente?"
Il vecchio rise divertito ed annuì, facendo ad Alea cenno di seguirlo.
Attraversarono l'atrio fino a raggiungere un lungo corridoio, illuminato solo da qualche candela qua e la nelle nicchie che ornavano le pareti.
Il corridoio terminava in una stanza circolare, ben illuminata, al cui centro vi era un piedistallo sul quale fluttuava la gemma iridescente.
Anche questa come le altre aveva perso il suo lustro, tuttavia i riflessi della luce la facevano sembrare più luminosa delle altre. Ciò nonostante, la sua forma era insolita.
Alea cercò di avvicinarsi per vederla meglio, tuttavia la ringhiera che circondava il piedistallo non lo consentiva più di tanto.
"Non sappiamo a chi sia appartenuta quella gemma, né quanto sia vecchia." Disse Evard.
"Fu ritrovata circa vent'anni fa durante degli scavi per una costruzione, chiusa in un cofanetto ornato che riteniamo sia appartenuto a qualche nobile Ilbechin."
"Non è possibile vederla più da vicino? Ha una forma decisamente strana, non assomiglia per niente alla mia se non per i colori."
Il vecchio guardò con aria incuriosita Alea che estrasse il ciondolo dalle vesti per mostrare la sua gemma allo studioso.
La pietra tuttavia iniziò improvvisamente a fluttuare in aria e a brillare intensamente, girando attorno alla gemma sul piedistallo.
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domenica 28 settembre 2014
sabato 20 settembre 2014
Cronache di Leggende Perdute - XII
Le strade brulicavano di mercanti ed avventurieri intenti a vendere e scambiare le proprie merci e servizi, una vista comune a Malkia'Wa.
Sebbene fosse ancora mattina, Alea non voleva perdere tempo nel districarsi tra la folla.
Con una serie di rapidi balzi, utilizzando le casse di merci ai bordi della strada come rampe di lancio, raggiunse agevolmente i tetti dei bazaar.
Evitando così le affollatissime strade della capitale, la Bekku si diresse verso il museo saltando di tetto in tetto.
Bastarono pochi minuti per raggiungere la destinazione.
Il museo era facilmente riconoscibile tra le altre costruzioni. Il palazzo era massiccio, con un enorme colonnato, e sebbene ritenesse il colore arancio giallastro dell'arenaria tipico della città, con la sua forma bizzarra risaltava tra i palazzi ordinati di Malkia'Wa.
Alea scese dal tetto sul quale si trovava e con sua grande sorpresa notò che la strada era deserta. Non si vedevano infatti i mercatini e le bancarelle tipiche che adornavano quasi ogni vicolo.
"Incredibile, non credo di aver mai visto una strada di questa città senza un'anima..."
Pensò ad alta voce, continuando a guardarsi attorno quasi sperando di vedere qualcuno. Quel silenzio era quasi surreale.
Camminò in direzione del museo fino a raggiungerne l'entrata, una targa posta sul muro recitava:
"Museo dell'Etere - Mostra permanente sulle Gemme di Risonanza dalla Seconda Era ad oggi. L'evoluzione cromatica."
Il portone era aperto ed Alea entrò. L'ingresso era buio, nessuna luce illuminava la stanza, ma dopo solo un paio di passi le torce alle pareti si illuminarono in successione, rivelando l'enorme atrio pieno di piedistalli e teche.
"Benvenuti al Museo dell'Etere, rilassatevi e seguiteci in questo viaggio alla scoperta del più profondo segreto di Samuha. Per guidarvi lungo il percorso della mostra, vi preghiamo di seguire l'ologramma."
La voce era diffusa in tutto l'atrio, e non sembrava provenire da un punto particolare. Nessuno era presente nella stanza oltre ad Alea, che si guardò intorno cercando l'ologramma.
La ricerca non durò a lungo, infatti proprio davanti a lei apparì materializzandosi poco a poco, quella che sembrava essere una fatina.
La piccola creatura olografica non proferì parola, ma fece cenno con la mano di seguirla.
Alea sorrise pensando alla stranezza di quel posto.
"Museo dell'Etere eh? Di certo non si sono risparmiati nell'uso della magia."
Seguendo l'ologramma, la Bekku passò di fianco a molte teche contenenti diverse gemme di risonanza, sebbene fossero tutte simili tra di loro potè notare che differivano per forma e dimensione oltre che per colore, ma ciò che più le rendeva diverse dalla sua era l'assenza di quella luce calda e brillante.
"Perché queste gemme non splendono? È come se..."
"Come se fossero prive di vita?"
Alea si girò di scatto, una alta figura con indosso vesti da mago ed il volto nascosto da un cappuccio era proprio dietro di lei. Le vistose orecchie a punta che nemmeno il cappuccio poteva nascondere tradivano la sua razza, un Teyvam, così come la sua voce tremolante tradiva l'età avanzata.
"E lei sarebbe?" Chiese Alea indietreggiando di un passo, tenendosi pronta a scattare al minimo segno di pericolo.
"Ah, perdonatemi, non era mia intenzione spaventarvi o essere scortese." Rispose scostando il cappuccio e mostrando il proprio volto solcato da profondi rughe ma dall'aspetto bonario.
"Io sono Evard Leclerc, sommo studioso dell'Etere nonché fondatore del museo in cui ci troviamo."
Disse allargando le braccia a mostrare il salone in cui si trovavano.
"Oh, beh, piacere, io sono Alea Yanglea." Rispose alla presentazione con un lieve inchino.
"Hmm, Yanglea dici eh? Nome inusuale per una Bekku... eppure credo di averlo già sentito da qualche parte..."
"Cosa intendeva per prive di vita?" Alea chiese immediatamente, non lasciando tempo al vecchio Teyvam di proseguire.
"Ah sì, dicevo, queste gemme di risonanza hanno perso il loro lustro poiché sono morte." Evard fece una breve pausa poi continuò.
"Vedi, come forse già sai, le gemme sono dei cristalli di etere puro, la vera essenza della magia e della vita su Samuha. Queste vengono a crearsi quando una forte anima viene a contatto con il desiderio di un cristallo."
"Il desiderio di un cristallo?"
"Sì mia cara, i Cristalli non sono solo dei graziosi sassolini fluttuani. Oltre ad essere enormi strutture in etere, sono anche la fonte di energia del nostro mondo, sono dei punti di contatto con Samuha stessa."
Alea rimase di stucco, ciò che il vecchio diceva poteva solo significare una cosa; Samuha era un essere vivente.
Sebbene fosse ancora mattina, Alea non voleva perdere tempo nel districarsi tra la folla.
Con una serie di rapidi balzi, utilizzando le casse di merci ai bordi della strada come rampe di lancio, raggiunse agevolmente i tetti dei bazaar.
Evitando così le affollatissime strade della capitale, la Bekku si diresse verso il museo saltando di tetto in tetto.
Bastarono pochi minuti per raggiungere la destinazione.
Il museo era facilmente riconoscibile tra le altre costruzioni. Il palazzo era massiccio, con un enorme colonnato, e sebbene ritenesse il colore arancio giallastro dell'arenaria tipico della città, con la sua forma bizzarra risaltava tra i palazzi ordinati di Malkia'Wa.
Alea scese dal tetto sul quale si trovava e con sua grande sorpresa notò che la strada era deserta. Non si vedevano infatti i mercatini e le bancarelle tipiche che adornavano quasi ogni vicolo.
"Incredibile, non credo di aver mai visto una strada di questa città senza un'anima..."
Pensò ad alta voce, continuando a guardarsi attorno quasi sperando di vedere qualcuno. Quel silenzio era quasi surreale.
Camminò in direzione del museo fino a raggiungerne l'entrata, una targa posta sul muro recitava:
"Museo dell'Etere - Mostra permanente sulle Gemme di Risonanza dalla Seconda Era ad oggi. L'evoluzione cromatica."
Il portone era aperto ed Alea entrò. L'ingresso era buio, nessuna luce illuminava la stanza, ma dopo solo un paio di passi le torce alle pareti si illuminarono in successione, rivelando l'enorme atrio pieno di piedistalli e teche.
"Benvenuti al Museo dell'Etere, rilassatevi e seguiteci in questo viaggio alla scoperta del più profondo segreto di Samuha. Per guidarvi lungo il percorso della mostra, vi preghiamo di seguire l'ologramma."
La voce era diffusa in tutto l'atrio, e non sembrava provenire da un punto particolare. Nessuno era presente nella stanza oltre ad Alea, che si guardò intorno cercando l'ologramma.
La ricerca non durò a lungo, infatti proprio davanti a lei apparì materializzandosi poco a poco, quella che sembrava essere una fatina.
La piccola creatura olografica non proferì parola, ma fece cenno con la mano di seguirla.
Alea sorrise pensando alla stranezza di quel posto.
"Museo dell'Etere eh? Di certo non si sono risparmiati nell'uso della magia."
Seguendo l'ologramma, la Bekku passò di fianco a molte teche contenenti diverse gemme di risonanza, sebbene fossero tutte simili tra di loro potè notare che differivano per forma e dimensione oltre che per colore, ma ciò che più le rendeva diverse dalla sua era l'assenza di quella luce calda e brillante.
"Perché queste gemme non splendono? È come se..."
"Come se fossero prive di vita?"
Alea si girò di scatto, una alta figura con indosso vesti da mago ed il volto nascosto da un cappuccio era proprio dietro di lei. Le vistose orecchie a punta che nemmeno il cappuccio poteva nascondere tradivano la sua razza, un Teyvam, così come la sua voce tremolante tradiva l'età avanzata.
"E lei sarebbe?" Chiese Alea indietreggiando di un passo, tenendosi pronta a scattare al minimo segno di pericolo.
"Ah, perdonatemi, non era mia intenzione spaventarvi o essere scortese." Rispose scostando il cappuccio e mostrando il proprio volto solcato da profondi rughe ma dall'aspetto bonario.
"Io sono Evard Leclerc, sommo studioso dell'Etere nonché fondatore del museo in cui ci troviamo."
Disse allargando le braccia a mostrare il salone in cui si trovavano.
"Oh, beh, piacere, io sono Alea Yanglea." Rispose alla presentazione con un lieve inchino.
"Hmm, Yanglea dici eh? Nome inusuale per una Bekku... eppure credo di averlo già sentito da qualche parte..."
"Cosa intendeva per prive di vita?" Alea chiese immediatamente, non lasciando tempo al vecchio Teyvam di proseguire.
"Ah sì, dicevo, queste gemme di risonanza hanno perso il loro lustro poiché sono morte." Evard fece una breve pausa poi continuò.
"Vedi, come forse già sai, le gemme sono dei cristalli di etere puro, la vera essenza della magia e della vita su Samuha. Queste vengono a crearsi quando una forte anima viene a contatto con il desiderio di un cristallo."
"Il desiderio di un cristallo?"
"Sì mia cara, i Cristalli non sono solo dei graziosi sassolini fluttuani. Oltre ad essere enormi strutture in etere, sono anche la fonte di energia del nostro mondo, sono dei punti di contatto con Samuha stessa."
Alea rimase di stucco, ciò che il vecchio diceva poteva solo significare una cosa; Samuha era un essere vivente.
mercoledì 3 settembre 2014
Cronache di Leggende Perdute - XI
Il portale si richiuse dietro di Alea con un tonfo sordo, al suo posto solo la piccola gemma ancora fluttuante al di sopra del letto.
La calda luce che emanava le era mancata.
Si sedette al piccolo scrittoio, ripensando ai momenti passati a Rohe e alle parole di Al. Il suo passato sarebbe tornato alla memoria solo nel momento opportuno. Ma quando? Quanto ancora avrebbe dovuto attendere prima che tutto le fosse rivelato?
Aspettare restando con le mani in mano non era da lei ma non avendo altre alternative, Alea decise di trovare qualcosa con cui occupare il tempo.
Uscì dalla sua stanza, dirigendosi vero la sala centrale della Gilda. Le bacheche erano come al solito piene di incarichi da parte di cittadini ed organizzazioni.
Alea diede uno sguardo alle varie inserzioni, non ne trovò tuttavia nessuna degna di nota. Si sedette quindi al bancone con aria sconsolata.
"Aaah... neanche un lavoro degno di nota. Da una città così grande mi aspettavo di più."
Disse poggiando la testa sul bancone.
"Oh tesoro, non è da te abbatterti in questo modo. Di alla cara vecchia Lelei cosa ti assilla!"
Dall'altro lato del banco la piccola Babama, proprietaria della sede locale della gilda nonché capo della divisione di Malkia'Wa, sorrideva calorosamente.
Il suo aspetto giovanile, tipico dei Babama, tradiva in realtà la sua età avanzata. Lelei si era presa cura di Alea in passato quando, poco dopo essere stata ritrovata sulle spiagge della lontana Grad Mor, aveva deciso di entrare a far parte della gilda.
"Lelei, sono arrivata ad un punto morto nella mia ricerca... Ero così vicina a scoprire la verità ed ora non posso più proseguire."
Rispose Alea con aria sconsolata, nascondendo il viso tra le braccia.
"Tesoro, in passato ti è capitato diverse volte di arrivare a quello che credevi essere il capolinea, ma senza perderti d'animo hai iniziato a seguire delle strade differenti." La piccola Babama parlava mentre trafficava dietro al bancone, intenta a preparare una delle sue speciali tisane aromatiche.
"Perché non ti prendi una piccola pausa? Chi lo sa, magari facendo un giro per la città potresti imbatteti in qualche nuovo indizio!" Disse porgendole una tazza fumante.
Alea sorseggiò la bevanda, il suo calore e l'aroma fragrante le permisero di rilassarsi un po'.
"Dimmi Lelei..." chiese la Bekku con aria molto seria.
"Cosa posso fare per te tesoro?"
"Non è che avresti anche uno di quei rotolini alla cannella che mi piacciono tanto?"
Dopo qualche istante di silenzio, entrambe scoppiarono a ridere.
"Vado a prendertene uno, aspetta qui." La piccola Babama si allontanò dal bancone per andare in cucina.
Un foglio appeso ad una delle colonne del bancone, smosso dalla corrente, colpì l'occhio di Alea. Si trattava di un vecchio volantino per l'apertura del Museo dell'Etere, il punto focale della mostra sembrava essere la collezione di gemme di risonanza appartenute ai grandi condottieri del passato.
"Oh, questo sembra essere interessante, chissà se il museo è ancora aperto, questo volantino è di almeno dieci anni fa."
"Per essere aperto è aperto." Lelei appoggiò sul bancone un piattino con 3 rotolini alla cannella.
"Anche se ormai non credo abbiano più visitatori, visto che sempre più gente ha una gemma. Sarà per via dell'aumento dei cristalli?" Si girò prendendo una nuova tazza e versandoci la tisana precedentemente preparata.
"O beh, poco importa. Comunque dovresti andarci, pare ci sia una gemma simile alla tua, oltre a quella custodita a Pamai c'è anche questa... ma dove?"
Quando rialzò gli occhi, Alea salutava dalla porta d'uscita con la mano e le guance visibilmente gonfie di dolcetti, la sua prossima destinazione era chiara.
La calda luce che emanava le era mancata.
Si sedette al piccolo scrittoio, ripensando ai momenti passati a Rohe e alle parole di Al. Il suo passato sarebbe tornato alla memoria solo nel momento opportuno. Ma quando? Quanto ancora avrebbe dovuto attendere prima che tutto le fosse rivelato?
Aspettare restando con le mani in mano non era da lei ma non avendo altre alternative, Alea decise di trovare qualcosa con cui occupare il tempo.
Uscì dalla sua stanza, dirigendosi vero la sala centrale della Gilda. Le bacheche erano come al solito piene di incarichi da parte di cittadini ed organizzazioni.
Alea diede uno sguardo alle varie inserzioni, non ne trovò tuttavia nessuna degna di nota. Si sedette quindi al bancone con aria sconsolata.
"Aaah... neanche un lavoro degno di nota. Da una città così grande mi aspettavo di più."
Disse poggiando la testa sul bancone.
"Oh tesoro, non è da te abbatterti in questo modo. Di alla cara vecchia Lelei cosa ti assilla!"
Dall'altro lato del banco la piccola Babama, proprietaria della sede locale della gilda nonché capo della divisione di Malkia'Wa, sorrideva calorosamente.
Il suo aspetto giovanile, tipico dei Babama, tradiva in realtà la sua età avanzata. Lelei si era presa cura di Alea in passato quando, poco dopo essere stata ritrovata sulle spiagge della lontana Grad Mor, aveva deciso di entrare a far parte della gilda.
"Lelei, sono arrivata ad un punto morto nella mia ricerca... Ero così vicina a scoprire la verità ed ora non posso più proseguire."
Rispose Alea con aria sconsolata, nascondendo il viso tra le braccia.
"Tesoro, in passato ti è capitato diverse volte di arrivare a quello che credevi essere il capolinea, ma senza perderti d'animo hai iniziato a seguire delle strade differenti." La piccola Babama parlava mentre trafficava dietro al bancone, intenta a preparare una delle sue speciali tisane aromatiche.
"Perché non ti prendi una piccola pausa? Chi lo sa, magari facendo un giro per la città potresti imbatteti in qualche nuovo indizio!" Disse porgendole una tazza fumante.
Alea sorseggiò la bevanda, il suo calore e l'aroma fragrante le permisero di rilassarsi un po'.
"Dimmi Lelei..." chiese la Bekku con aria molto seria.
"Cosa posso fare per te tesoro?"
"Non è che avresti anche uno di quei rotolini alla cannella che mi piacciono tanto?"
Dopo qualche istante di silenzio, entrambe scoppiarono a ridere.
"Vado a prendertene uno, aspetta qui." La piccola Babama si allontanò dal bancone per andare in cucina.
Un foglio appeso ad una delle colonne del bancone, smosso dalla corrente, colpì l'occhio di Alea. Si trattava di un vecchio volantino per l'apertura del Museo dell'Etere, il punto focale della mostra sembrava essere la collezione di gemme di risonanza appartenute ai grandi condottieri del passato.
"Oh, questo sembra essere interessante, chissà se il museo è ancora aperto, questo volantino è di almeno dieci anni fa."
"Per essere aperto è aperto." Lelei appoggiò sul bancone un piattino con 3 rotolini alla cannella.
"Anche se ormai non credo abbiano più visitatori, visto che sempre più gente ha una gemma. Sarà per via dell'aumento dei cristalli?" Si girò prendendo una nuova tazza e versandoci la tisana precedentemente preparata.
"O beh, poco importa. Comunque dovresti andarci, pare ci sia una gemma simile alla tua, oltre a quella custodita a Pamai c'è anche questa... ma dove?"
Quando rialzò gli occhi, Alea salutava dalla porta d'uscita con la mano e le guance visibilmente gonfie di dolcetti, la sua prossima destinazione era chiara.
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