L'aria si fece pesante, satura di etere divenne difficile da respirare.
I due incantesimi si scontrarono e l'onda d'urto spazzò via polveri e detriti per decine di metri nell'area. L'attrito tra le due forze che spingevano l'una contro l'altra causò una pioggia di scintille e scariche elettriche.
Lo sforzo per il mantenimento della magia era ben visibile sul volto di Alea, rigato dal sudore.
Periya invece sembrava non averne risentito affatto.
"Ti vedo stanca Gattina, eppure dopo tutte quelle parole mi sarei aspettato di più!"
Il Pallikal rilasciò quindi maggiore energia, ed il drago di fuoco iniziò a spingere più forte contro la sfera, facendola indietreggiare lentamente.
Alea non batté ciglio, rimanendo immobile nel punto in cui si trovava.
"Finiamola con questa perdita di tempo, non puoi nulla contro un Dio!"
E sfruttando tutta l'energia rimasta Periya impresse ancora maggiore forza al drago.
Un ghigno soddisfatto apparve sul volto della Bekku.
"Ben fatto!" Disse, senza aggiungere nulla.
Sollevando la sua staffa in direzione della sfera e roteandola in senso antiorario due volte, ne sbatté il calcio al suolo.
I simboli magici precedentemente impressi, iniziarono ad illuminarsi, moltiplicandosi a vista d'occhio, fino a coprire un'area circolare di una decina di metri di raggio.
Il Pallikal si guardò intorno, cercando di capire cosa stesse accadendo. Ritornò tuttavia a concentrarsi sulla sua magia.
"Credi forse di riuscire a distrarmi con un paio di lucette? Ci vuole ben altro per farmi perdere l'incantesimo!"
Alea non rispose, ma assunse una posa più rilassata, il rituale era completo e non necessitava più della sua energia.
Nel mentre il drago di fuoco continuava la sua avanzata, spingendo la sfera sopra la testa della Bekku, nel punto centrale dell'area, e proprio quando sembrava fosse ormai la fine, fasci di luce viola si alzarono da ogni glifo.
La sfera cominciò a contorcersi e a roteare, mutando la sua forma fino a diventare ovale. Un'enorme bocca demoniaca apparve sulla superficie, ed una densa nebbia violacea iniziò a fuoriuscirne. I fasci di luce si tramutarono in catene di energia che legarono e bloccarono l'enorme bestia di fuoco ed il Pallikal.
"Cosa... che sta succedendo?" Chiese gridando Periya in preda al panico.
"Sodras, guardiano, il cielo fai offuscare
Apri il portale, che fa ad Ures approdare,
con catene di luce il moto proibisci
del mio nemico la libertà abolisci,
quando le fauci di tenebra vai a spalancare,
la violacea nebbia il corpo fa ansare,
senza via di ritorno l'anima digerisci,
nella terra eterna il destino bandisci."
"Impossibile! Quella è... è solo una leggenda!" Il Pallikal si dimenava nel tentativo di liberarsi dalle catene, ma senza alcun successo.
Improvvisamente la nebbia smise di fuoriuscire dalla bocca, rimanendo confinata nell'area delimitata dalle rune. Le fauci si aprirono ancora di più ed un portale apparve al loro interno. Con forza inaudita iniziarono a risucchiare ogni cosa.
Il drago fu assorbito in un turbinio di vento e fiamme, mentre Periya tentò disperatamente di aggrapparsi al suolo, ma i suoi sforzi furono vani ed infine anche lui venne trascinato via, sparendo in quel buco verso un'altra dimensione dalla quale non avrebbe più fatto ritorno.
Quando tutta la nebbia fu finalmente inghiottita, le fauci si richiusero e la sfera collassò su se stessa, svanendo nel nulla.
Alea era rimasta sola nell'ampio spazio, nel più totale silenzio. Passarono pochi secondi e stremata si accasciò al suolo.
"Questa è la prima ed ultima volta che evoco un semidio..." disse ad alta voce sorridendo, prima di perdere i sensi.
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domenica 23 novembre 2014
sabato 15 novembre 2014
Cronache di Leggende Perdute - XX
Le grida e il rumore delle armi che cozzano contro scudi ed armature dominavano il campo di battaglia.
Sebbene si combattesse ormai su un solo fronte, i mercenari si trovavano in forte inferiorità numerica, rendendo difficile anche solo non perdere terreno.
"Sono in troppi! Non riusciamo più a respingerli!" Gridò uno dei combattenti.
Una nuova improvvisa carica dei Pallikal sbaragliò gli ultimi scudi che reggevano la linea.
"Non così in fretta!"
Con un potente colpo d'ascia, Yarost' rispedì indietro gli assalitori.
"Forza! Riorganizzatevi e riformate la linea! Questi li terrò occupati io." Disse ritornando minacciosamente in posa da combattimento.
Alcuni Pallikal indietreggiarono intimoriti dal possente Sthula, ma furono ben presto colpiti da sfere infuocate pioventi dal cielo come piccoli meteoriti.
"Ai codardi non è concesso di vivere!" Tuonò una voce roca ed i rimanenti uomini lucertola si scostarono per fare spazio.
L'enorme Pallikal si fece avanti, la sua imponente figura incuteva timore persino ai suoi simili. Il corpo coperto di vecchie cicatrici e bruciature era la prova delle innumerevoli battaglie combattute per salire al potere nel suo clan, ed ogni ferita era un trofeo.
"Tu che profani le nostre sacre terre. Tu che calpesti il suolo dei nostri avi, come osi ribellarti al giudizio del Fuoco?" Urlò Periya guardando Yarost' dall'alto verso il basso.
"Hah! Falla finita! Le vostre Terre Sacre sono ad almeno due giorni di cammino da qui. Sappiamo benissimo qual è il tuo obiettivo. I Cristalli contenuti in questi carri!"
"Vedo che non sei uno sprovveduto, ma visto che sai quali sono i miei piani, non posso lasciarti in vita!"
"Oh? Perché? Altrimenti ci avresti risparmiati? Lo sanno tutti che non lasci mai superstiti!"
Senza risposta alcuna, Periya attaccò, invocando una colonna di fuoco proprio sotto allo Sthula che non ebbe il tempo di scansarsi.
"Hahahaha! Brucia nel fuoco purificatore degli elementali!"
"Non così in fretta!" La colonna di fuoco si diradò svanendo, l'enorme ascia di Yarost' uscì dalle fiamme volando in direzione del Pallikal, costringendolo a scansarsi e a terminare l'incantesimo.
"Cosa...?"
"Teletrasporto a corto raggio, nulla che un buon manipolatore dell'etere non possa eseguire." La voce di Alea spiegò al sorpreso Periya.
"È giunto il momento di combattere il fuoco col fuoco." Aggiunse.
La lunga cappa, nera come l'oscurità più profonda, era aperta dalla vita in giù. I pantaloni dello stesso colore terminavano alle caviglie con uno spacco a V, incorniciando gli scuri stivaletti lasciando intravedere la calzamaglia rigata che contrastava con il resto dell'abbigliamento.
Un enorme cappello con la punta piegata all'indietro le copriva il capo, oscurandole quasi completamente il volto. Solo le candide orecchie fuoriuscivano da degli appositi buchi sui fianchi del copricapo.
Senza perdere altro tempo, Alea iniziò a raccogliere l'etere necessario per la magia. Lo stesso fece il Pallikal, preparando il più potente dei suoi incantesimi.
Caratteri luminosi iniziarono ad apparire, bruciando ed incidendo il suolo che toccavano.
"Per gli Undici... non starà mica..." Yarost' ordinò immediatamente agli uomini di tornare ai carri portandosi dietro i feriti e di abbandonare l'area.
Una coltre di fumo denso e scuro come la notte iniziò ad avvolgere Alea, vorticando fino alla punta del suo bastone, per poi dirigersi verso il cielo a formare un'enorme sfera nera.
Periya al tempo stesso fu circondato dalle fiamme, che ben presto presero l'aspetto di un enorme drago di fuoco.
"Questa è la fine per te lucertolone!"
"Nessuno ha mai sconfitto le mie fiamme, e non sarai di certo tu a fermarmi. Non ora che sto per diventare un Dio!"
La conversazione non durò oltre, entrambi gli incantesimi erano ormai pronti ed in rotta di collisione l'uno verso l'altro.
Sebbene si combattesse ormai su un solo fronte, i mercenari si trovavano in forte inferiorità numerica, rendendo difficile anche solo non perdere terreno.
"Sono in troppi! Non riusciamo più a respingerli!" Gridò uno dei combattenti.
Una nuova improvvisa carica dei Pallikal sbaragliò gli ultimi scudi che reggevano la linea.
"Non così in fretta!"
Con un potente colpo d'ascia, Yarost' rispedì indietro gli assalitori.
"Forza! Riorganizzatevi e riformate la linea! Questi li terrò occupati io." Disse ritornando minacciosamente in posa da combattimento.
Alcuni Pallikal indietreggiarono intimoriti dal possente Sthula, ma furono ben presto colpiti da sfere infuocate pioventi dal cielo come piccoli meteoriti.
"Ai codardi non è concesso di vivere!" Tuonò una voce roca ed i rimanenti uomini lucertola si scostarono per fare spazio.
L'enorme Pallikal si fece avanti, la sua imponente figura incuteva timore persino ai suoi simili. Il corpo coperto di vecchie cicatrici e bruciature era la prova delle innumerevoli battaglie combattute per salire al potere nel suo clan, ed ogni ferita era un trofeo.
"Tu che profani le nostre sacre terre. Tu che calpesti il suolo dei nostri avi, come osi ribellarti al giudizio del Fuoco?" Urlò Periya guardando Yarost' dall'alto verso il basso.
"Hah! Falla finita! Le vostre Terre Sacre sono ad almeno due giorni di cammino da qui. Sappiamo benissimo qual è il tuo obiettivo. I Cristalli contenuti in questi carri!"
"Vedo che non sei uno sprovveduto, ma visto che sai quali sono i miei piani, non posso lasciarti in vita!"
"Oh? Perché? Altrimenti ci avresti risparmiati? Lo sanno tutti che non lasci mai superstiti!"
Senza risposta alcuna, Periya attaccò, invocando una colonna di fuoco proprio sotto allo Sthula che non ebbe il tempo di scansarsi.
"Hahahaha! Brucia nel fuoco purificatore degli elementali!"
"Non così in fretta!" La colonna di fuoco si diradò svanendo, l'enorme ascia di Yarost' uscì dalle fiamme volando in direzione del Pallikal, costringendolo a scansarsi e a terminare l'incantesimo.
"Cosa...?"
"Teletrasporto a corto raggio, nulla che un buon manipolatore dell'etere non possa eseguire." La voce di Alea spiegò al sorpreso Periya.
"È giunto il momento di combattere il fuoco col fuoco." Aggiunse.
La lunga cappa, nera come l'oscurità più profonda, era aperta dalla vita in giù. I pantaloni dello stesso colore terminavano alle caviglie con uno spacco a V, incorniciando gli scuri stivaletti lasciando intravedere la calzamaglia rigata che contrastava con il resto dell'abbigliamento.
Un enorme cappello con la punta piegata all'indietro le copriva il capo, oscurandole quasi completamente il volto. Solo le candide orecchie fuoriuscivano da degli appositi buchi sui fianchi del copricapo.
Senza perdere altro tempo, Alea iniziò a raccogliere l'etere necessario per la magia. Lo stesso fece il Pallikal, preparando il più potente dei suoi incantesimi.
Caratteri luminosi iniziarono ad apparire, bruciando ed incidendo il suolo che toccavano.
"Per gli Undici... non starà mica..." Yarost' ordinò immediatamente agli uomini di tornare ai carri portandosi dietro i feriti e di abbandonare l'area.
Una coltre di fumo denso e scuro come la notte iniziò ad avvolgere Alea, vorticando fino alla punta del suo bastone, per poi dirigersi verso il cielo a formare un'enorme sfera nera.
Periya al tempo stesso fu circondato dalle fiamme, che ben presto presero l'aspetto di un enorme drago di fuoco.
"Questa è la fine per te lucertolone!"
"Nessuno ha mai sconfitto le mie fiamme, e non sarai di certo tu a fermarmi. Non ora che sto per diventare un Dio!"
La conversazione non durò oltre, entrambi gli incantesimi erano ormai pronti ed in rotta di collisione l'uno verso l'altro.
sabato 8 novembre 2014
Cronache di Leggende Perdute - XIX
I rumori della battaglia echeggiavano nell'enorme piazzale in cui si era fermata la carovana.
Le fiamme dei falò potenziate dalla presenza degli elementali del fuoco illuminavano abbondantemente l'area altrimenti oscura.
I Pallikal attacavano sui due fronti, arrivati da entrambi i lati del canyon, e il gruppo di mercenari faticava per non perdere terreno.
"Voi con asce e lance, seguitemi! Dobbiamo abbattere quella linea di scudi!"
Yarost' come una furia brandiva la sua enorme ascia bipenne, troppo grande per qualsiasi umano, caricando le linee nemiche e falciando ad uno ad uno tutte le lucertole che tentassero di pararglisi d'innanzi.
Improvvisamente un forte boato scosse il suolo, fumo e fiamme si levarono al cielo, la retroguardia della carovana spazzata via dall'onda d'urto.
Un Pallikal più grande rispetto agli altri aveva scagliato l'incantesimo, un'enorme sfera di fuoco che al contatto con il suolo aveva causato la potente esplosione.
Lo Sthula si girò per osservare la situazione.
"Periya Palli! Dannazione! Abbiamo l'intero clan delle Ceneri addosso!"
Il nome era famoso in tutta Samuha, il capoclan delle Ceneri Ignee, solo morte, distruzione ed uno spesso strato di cenere rimaneva del suo passaggio.
"Presto, correte a rinforzare la retrovia! A questi ci penso io!" Urlò ai pochi uomini con gli scudi rimasti, appena prima di lanciarsi nuovamente all'assalto. Un gruppo di Pallikal distaccatosi dal resto tentò di intercettare i guerrieri, ma furono bloccati sul cammino da una pioggia di frecce dalla scia iridescente.
"Perché non ve la prendete con qualcuno del vostro calibro?" Gridò Alea provocando gli uomini lucertola, con lo sguardo poi intimò ai mercenari di proseguire.
La risposta dei Pallikal non si fece attendere ed immediatamente caricarono la Bekku, che senza troppi complimenti balzò all'indietro, scagliando un'altra pioggia di frecce sui suoi avversari. La carica durò ben poco sotto il feroce attacco potenziato dall'etere.
Yarost' continuava ad attaccare, e con i suoi colpi incessanti gli assalitori caddero uno dopo l'altro, i pochi rimasti decisero di abbandonare la zona e sparpagliandosi raggiunsero l'armata che assaliva la retrovia.
"Bene, se non altro adesso abbiamo solo un fronte di cui preoccuparci." Il grosso Sthula ordinò ai pochi mercenari rimasti con lui di andare ad aiutare gli altri combattenti, prima di cadere in ginocchio. Nello scontro era stato ferito ad un fianco e la ferita si era allargata combattendo.
Una lieve luce azzurra come una nube di vapore lo avvolse improvvisamente, curando parzialmente le sue ferite.
"Potrai ringraziarmi dopo, adesso pensa ad arrivare da un curatore, per ora più di così non posso fare." Disse Alea che nel mentre lo aveva raggiunto.
"E chi l'avrebbe mai detto, l'avventuriera si rivela essere piena di risorse... e più affidabile di questo branco di incapaci." Rispose Yarost' ghignando, ma il suo ghigno fu interrotto da una fitta di dolore.
"Al posto tuo risparmierei le energie, ti serviranno per il prossimo scontro" E volgendo lo sguardo verso Periya continuò "Credo che questa volta dovrò andarci giù pesante." Detto ciò Alea portò la mano al ciondolo che si illuminò, pronto a modificare ancora una volta il suo equipaggiamento.
Le fiamme dei falò potenziate dalla presenza degli elementali del fuoco illuminavano abbondantemente l'area altrimenti oscura.
I Pallikal attacavano sui due fronti, arrivati da entrambi i lati del canyon, e il gruppo di mercenari faticava per non perdere terreno.
"Voi con asce e lance, seguitemi! Dobbiamo abbattere quella linea di scudi!"
Yarost' come una furia brandiva la sua enorme ascia bipenne, troppo grande per qualsiasi umano, caricando le linee nemiche e falciando ad uno ad uno tutte le lucertole che tentassero di pararglisi d'innanzi.
Improvvisamente un forte boato scosse il suolo, fumo e fiamme si levarono al cielo, la retroguardia della carovana spazzata via dall'onda d'urto.
Un Pallikal più grande rispetto agli altri aveva scagliato l'incantesimo, un'enorme sfera di fuoco che al contatto con il suolo aveva causato la potente esplosione.
Lo Sthula si girò per osservare la situazione.
"Periya Palli! Dannazione! Abbiamo l'intero clan delle Ceneri addosso!"
Il nome era famoso in tutta Samuha, il capoclan delle Ceneri Ignee, solo morte, distruzione ed uno spesso strato di cenere rimaneva del suo passaggio.
"Presto, correte a rinforzare la retrovia! A questi ci penso io!" Urlò ai pochi uomini con gli scudi rimasti, appena prima di lanciarsi nuovamente all'assalto. Un gruppo di Pallikal distaccatosi dal resto tentò di intercettare i guerrieri, ma furono bloccati sul cammino da una pioggia di frecce dalla scia iridescente.
"Perché non ve la prendete con qualcuno del vostro calibro?" Gridò Alea provocando gli uomini lucertola, con lo sguardo poi intimò ai mercenari di proseguire.
La risposta dei Pallikal non si fece attendere ed immediatamente caricarono la Bekku, che senza troppi complimenti balzò all'indietro, scagliando un'altra pioggia di frecce sui suoi avversari. La carica durò ben poco sotto il feroce attacco potenziato dall'etere.
Yarost' continuava ad attaccare, e con i suoi colpi incessanti gli assalitori caddero uno dopo l'altro, i pochi rimasti decisero di abbandonare la zona e sparpagliandosi raggiunsero l'armata che assaliva la retrovia.
"Bene, se non altro adesso abbiamo solo un fronte di cui preoccuparci." Il grosso Sthula ordinò ai pochi mercenari rimasti con lui di andare ad aiutare gli altri combattenti, prima di cadere in ginocchio. Nello scontro era stato ferito ad un fianco e la ferita si era allargata combattendo.
Una lieve luce azzurra come una nube di vapore lo avvolse improvvisamente, curando parzialmente le sue ferite.
"Potrai ringraziarmi dopo, adesso pensa ad arrivare da un curatore, per ora più di così non posso fare." Disse Alea che nel mentre lo aveva raggiunto.
"E chi l'avrebbe mai detto, l'avventuriera si rivela essere piena di risorse... e più affidabile di questo branco di incapaci." Rispose Yarost' ghignando, ma il suo ghigno fu interrotto da una fitta di dolore.
"Al posto tuo risparmierei le energie, ti serviranno per il prossimo scontro" E volgendo lo sguardo verso Periya continuò "Credo che questa volta dovrò andarci giù pesante." Detto ciò Alea portò la mano al ciondolo che si illuminò, pronto a modificare ancora una volta il suo equipaggiamento.
sabato 1 novembre 2014
Cronache di Leggende Perdute - XVIII
La carovana procedeva spedita, bastarono un paio d'ore per raggiungere l'entrata di quel labirinto di canyon ed altipiani.
Prima di varcare l'enorme arco naturale che segnalava l'inizio delle Terre del Fuoco, Yarost' ordinò ai suoi uomini di cambiare formazione. Dentro il canyon sarebbe stato difficile scorgere qualsiasi nemico sulla lunga distanza, motivo per cui decise di inviare degli scout in avanscoperta. Scudi e lance formavano la prima linea difensiva, seguiti ad una certa distanza dagli arcieri. In retroguardia erano presenti i combattenti più corazzati, tutti i restanti si tenevano presso il centro della carovana, pronti a dar manforte dove fosse necessario.
Alea rimase sul tetto di una delle carrozze, dal punto sopraelevato aveva visuale libera sull'intero gruppo.
"Tu lassù, sei un facile bersaglio per le frecce lo sai? E quella ragazina che ti seguiva, che fine ha fatto? L'ultima cosa che voglio è una bimba sulla coscienza!" Gridò lo Sthula in direzione della Bekku.
"Non hai nulla di che preoccuparti, so quello che faccio. Ed Al è quì con me." Rispose poggiando una mano sul petto dove il ciondolo era nascosto dalle vesti.
"Bah, se lo dici tu... Bene, ora che siamo pronti proseguiamo!"
Il viaggio continuò a passo ridotto, per non fare troppo rumore ed evitare di attirare attenzioni indesiderate. Ben presto l'entrata scomparve alla vista e solo le alti pareti in arenaria rimanevano a dar forma al paesaggio. La prima giornata di cammino in quelle terre scorse senza intoppi, solo l'incontro con qualche elementale fece temere eventuali attacchi da parte dei Pallikal, ma fortunatamente nulla accadde.
Nonostante non fosse ancora calata la notte, la carovana dovette fermarsi, nelle profondità del canyon e col sole coperto dagli altipiani l'oscurità arrivo molto più in fretta.
"Accampiamoci qui per la notte, voglio due gruppi di guardia, uno sul fronte ed uno sul retro, datevi il cambio ogni 2 ore, dovete rimanere vigili." Ordinò Yarost'.
La zona in cui si erano fermati era vicina ad un incrocio tra due vidersi rami del canyon, e lo spiazzo in cui si trovavano era circondato da terrazze molto più basse rispetto al resto dei restanti altipiani.
"Non sarebbe meglio mettere qualche uomo di guardia su quelle terrazze? Da lassù si avrebbe una visuale migliore." Fece notare Alea.
"Non c'è nulla di cui preoccuparsi, i nostri scout hanno già controllato l'intera zona, addentrandosi anche oltre la diramazione e non c'è alcun pericolo." Rispose burbero lo Sthula.
Alea tuttavia non era convinta e si allontanò dalla carovana per dirigersi verso le terrazze. Usando la gemma si preparò per l'esplorazione, cambiando il suo equipaggiamento in una leggera armatura in pelle che le consentiva una buona libertà di movimento. Prese il lungo arco composito dalla schiena, comparso con l'armatura, ed incoccò una freccia, pronta ad ogni evenienza.
La prima terrazza era libera e nulla lasciava presagire la presenza di forze ostili, la Bekku proseguì quindi in direzione della seconda.
Camminando lentamente e il più silenziosamente possibile, Alea esplorò la superficie piana dalla quale era possibile ben vedere la carovana. Girandosi per tornare giù, scorse non troppo lontano dal bordo dell'altipiano i resti di un falò ormai spento. Alea si avvicinò per esaminarlo meglio, le ceneri erano ancora calde, sebbene umide, spente con l'acqua per non far alzare fumo.
"Dannazione, me lo sentivo!"
Delle grida si levarono dall'accampamento sottostante, la carovana era sotto attacco.
Prima di varcare l'enorme arco naturale che segnalava l'inizio delle Terre del Fuoco, Yarost' ordinò ai suoi uomini di cambiare formazione. Dentro il canyon sarebbe stato difficile scorgere qualsiasi nemico sulla lunga distanza, motivo per cui decise di inviare degli scout in avanscoperta. Scudi e lance formavano la prima linea difensiva, seguiti ad una certa distanza dagli arcieri. In retroguardia erano presenti i combattenti più corazzati, tutti i restanti si tenevano presso il centro della carovana, pronti a dar manforte dove fosse necessario.
Alea rimase sul tetto di una delle carrozze, dal punto sopraelevato aveva visuale libera sull'intero gruppo.
"Tu lassù, sei un facile bersaglio per le frecce lo sai? E quella ragazina che ti seguiva, che fine ha fatto? L'ultima cosa che voglio è una bimba sulla coscienza!" Gridò lo Sthula in direzione della Bekku.
"Non hai nulla di che preoccuparti, so quello che faccio. Ed Al è quì con me." Rispose poggiando una mano sul petto dove il ciondolo era nascosto dalle vesti.
"Bah, se lo dici tu... Bene, ora che siamo pronti proseguiamo!"
Il viaggio continuò a passo ridotto, per non fare troppo rumore ed evitare di attirare attenzioni indesiderate. Ben presto l'entrata scomparve alla vista e solo le alti pareti in arenaria rimanevano a dar forma al paesaggio. La prima giornata di cammino in quelle terre scorse senza intoppi, solo l'incontro con qualche elementale fece temere eventuali attacchi da parte dei Pallikal, ma fortunatamente nulla accadde.
Nonostante non fosse ancora calata la notte, la carovana dovette fermarsi, nelle profondità del canyon e col sole coperto dagli altipiani l'oscurità arrivo molto più in fretta.
"Accampiamoci qui per la notte, voglio due gruppi di guardia, uno sul fronte ed uno sul retro, datevi il cambio ogni 2 ore, dovete rimanere vigili." Ordinò Yarost'.
La zona in cui si erano fermati era vicina ad un incrocio tra due vidersi rami del canyon, e lo spiazzo in cui si trovavano era circondato da terrazze molto più basse rispetto al resto dei restanti altipiani.
"Non sarebbe meglio mettere qualche uomo di guardia su quelle terrazze? Da lassù si avrebbe una visuale migliore." Fece notare Alea.
"Non c'è nulla di cui preoccuparsi, i nostri scout hanno già controllato l'intera zona, addentrandosi anche oltre la diramazione e non c'è alcun pericolo." Rispose burbero lo Sthula.
Alea tuttavia non era convinta e si allontanò dalla carovana per dirigersi verso le terrazze. Usando la gemma si preparò per l'esplorazione, cambiando il suo equipaggiamento in una leggera armatura in pelle che le consentiva una buona libertà di movimento. Prese il lungo arco composito dalla schiena, comparso con l'armatura, ed incoccò una freccia, pronta ad ogni evenienza.
La prima terrazza era libera e nulla lasciava presagire la presenza di forze ostili, la Bekku proseguì quindi in direzione della seconda.
Camminando lentamente e il più silenziosamente possibile, Alea esplorò la superficie piana dalla quale era possibile ben vedere la carovana. Girandosi per tornare giù, scorse non troppo lontano dal bordo dell'altipiano i resti di un falò ormai spento. Alea si avvicinò per esaminarlo meglio, le ceneri erano ancora calde, sebbene umide, spente con l'acqua per non far alzare fumo.
"Dannazione, me lo sentivo!"
Delle grida si levarono dall'accampamento sottostante, la carovana era sotto attacco.
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